Maǧrīţ, che significa “terra ricca d’acqua”, è il nome dell’insediamento medievale su cui sorge oggi la città di Madrid. Facendo riferimento all’origine etimologica della città, Miguel Leiro mostra che la capitale spagnola è oggi un terreno fertile per la creatività e innovazione. Con il festival Mayrit, che si è svolto dal 10 al 20 febbraio 2020, il progettista e curatore ha coinvolto tutta la scena emergente del design madrileno, che si è presentata più che mai compatta e vivace. La manifestazione si è svolta parallelamente – e con ingenua indipendenza – dal Madrid Design Festival 2020, che è rivolto a un pubblico generalista e ha un’attitudine prevalentemente commerciale, lasciando poco spazio alla sperimentazione. Lontano dai luoghi istituzionali, Mayrit ha attivato gallerie, showroom e laboratori, non solo in centro ma anche nelle zone periferiche della città: un ottimo motivo per vivere la città al di fuori dei soliti circuiti turistici.
Mayrit: il nuovo network di designer emergenti a Madrid
Per dieci giorni la manifestazione diretta da Miguel Leiro ha messo in connessione designer madrileni e ospiti internazionali.
Foto Asier Rua
Foto Asier Rua
Foto Asier Rua
Foto Asier Rua
Foto Asier Rua
Foto Asier Rua
Foto Asier Rua
Foto Asier Rua
Foto Asier Rua
Foto Asier Rua
Foto Asier Rua
Foto Asier Rua
Foto Asier Rua
Foto Asier Rua
Foto Asier Rua
Foto courtesy Mayrit festival
Foto courtesy Mayrit festival
Foto Laura San Segundo
Foto Laura San Segundo
Foto Geray Mena
Foto Geray Mena
Foto Geray Mena
Foto Asier Rua
Foto Asier Rua
View Article details
- Salvatore Peluso
- 02 marzo 2020
- Madrid
Attraverso mostre, laboratori, conferenze e installazioni, Leiro ha generato un tessuto di relazioni e collaborazioni tra i nomi nuovi del panorama locale – Jorge Penades, Lucas Muñoz Muñoz, LaCube, Tornasol Studio, ecc. – con pratiche da tutta Europa tra cui Parasite 2.0, MAIO, Object of Common Interest e Matylda Krzykowski. La piattaforma ha lo scopo di supportare la scena locale e ripensare il design e i suoi significati. “Esistono diverse interpretazioni sulla collocazione del design contemporaneo nel panorama culturale, domestico ed emozionale,” racconta il curatore. “Un tempo il design era considerato come una pratica che si occupava principalmente della produzione di oggetti materiali. Ora è invece riconosciuto come una disciplina in grado di generare nuove narrazioni e interpretare la contemporaneità da un nuovo punto di vista.”
Ingredienti necessari alla riuscita del festival sono anche le porzioni di pimiento de padron e croquetas, che insieme alle immancabili birrette allietano le accese discussioni informali post-opening. Con un’attitudine tutta spagnola, gli eventi organizzati sono concepiti come infatti un dispositivo di scoperta, conoscenza e di conversazione. Il design è un pretesto, il fine è la comunità. Scusateci quindi se per una volta non ci focalizziamo sui progetti. Anche se non considerabili un collettivo unitario, i giovani designer della capitale spagnola trovano spesso il modo di cooperate tra loro, creando una rete che ogni anno si rinnova e si consolida. Chissà se in futuro non possa diventare un modello anche per città come Milano, che sono il centro dell’industria del mobile e hanno una tradizione più consolidata, ma a cui manca una scena sperimentale coesa e spazi di espressione alternativi. Per chi pensa che il futuro del design sia collaborativo, allora Madrid è la città da seguire.
- Mayrit festival
- Madrid
- 10-20 febbraio 2020
- Miguel Leiro
- Victor Clemente
- Cristina Schaver