Dopo l’installazione silvestre di Kengo Kuma e il soffice scenario candido di Snarkitecture il disadorno motivo dai toni grigi mette sugli altari i prodotti Valextra.
Questa versione degli interni del negozio è decisamente più sommessa rispetto alle edizioni precedenti. Segna la fine di un’epoca degli incarichi per lo showroom principale di Valextra a Milano, come dice a Domus Sara Ferrero, CEO della società.
La rielaborazione di Pawson vuole rappresentare la rinuncia all’annuale ristrutturazione ‘ad effetto’ e il cambiamento in direzione di una scenografia più adulta per il marchio di accessori in pelle di lusso fondato a Milano nel 1937. Il progetto di Pawson resterà per due anni invece che per uno solo.
“Per quattro anni abbiamo vissuto più di un’esperienza d’avanguardia dove in realtà il negozio aveva la parte del protagonista e in prodotti, in un modo o nell’altro, diventavano accessori e abbellimenti dello spazio”, spiega Ferrero a Domus in occasione della riapertura del negozio nel corso della Settimana della moda milanese.
“Quest’anno volevamo davvero il maestro dei maestri della raffinatezza minimalista. Quel che mi piace dell’allestimento, e che John ha centrato, è la sua atmosfera da museo – una specie di chiesa – in cui il prodotto riconquista il suo ruolo di protagonista.”
Valextra, in occasione di questo ritorno alla ribalta dei prodotti, ha aperto per la prima volta i suoi archivi, esponendo in semplici vetrine borse storiche accanto ai progetti contemporanei collocati sui piedestalli grigi di Pawson.
Sorgenti luminose nascoste con discrezione e superfici a sbalzo creano un gioco di luci e ombre, mentre tra la parte anteriore e quella posteriore del negozio sono state aperte nuove prospettive, tagliando una parete che prima impediva la vista del retro dell’ambiente a due livelli

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