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I dispositivi d’emergenza che stanno innovando il design della salute
Life Chariot, premiato con il James Dyson Award, è un rimorchio di soccorso che si è dimostrato efficace sul fronte ucraino: questa e altre invenzioni stanno trasformando l’assistenza sanitaria in scenari di emergenza.
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- Luisa Nannipieri
- 15 settembre 2024
Introdurre innovazioni nel mondo della salute non è mai una cosa semplice. Soprattutto quando si tratta di prodotti che devono essere utilizzati in contesti emergenziali. “I soccorritori e i professionisti dell’emergenza sono sempre molto cauti con le novità”, osserva Piotr Tłuszcz, uno dei due vincitori internazionali del James Dyson Award 2023 con Life Chariot, un rimorchio di soccorso con aggancio universale, adatto al fuoristrada e già impiegato sul fronte ucraino. Il ventottenne inventore polacco precisa: “Si preferiscono i metodi comprovati, perché in situazioni così complicate si corrono meno rischi”. La prevedibilità dei metodi e degli strumenti classici diventano una fonte di preoccupazione in meno. È uno dei motivi per cui, oltre a consultare chi lavora nel settore al momento della concezione di un nuovo prodotto, gli ingegneri e i designer prevedono generalmente di fare decine se non centinaia di test in ogni tipo di condizione, rigorosamente in collaborazione con le equipe di soccorso. La guerra in Ucraina ha costretto Tłuszcz a fare uno strappo alla regola. Il suo Life Chariot è stato creato in soli cinque mesi, a partire dal prototipo di un veicolo d’emergenza e stoccaggio che aveva disegnato per le unità di soccorso speleologico e alpino polacco (Gopr) e realizzato come tesi di laurea nel 2019.
Il rimorchio d’acciaio, ispirato alle macchine Dune Buggy, ospita una barella affiancata da due sedili passeggeri e compartimenti per la strumentazione laterali e sul tetto. Ogni elemento è facilmente riparabile e la pressione degli pneumatici è stata calibrata per permettere la tenuta di strada su ogni tipo di terreno, mentre il peso, meno di 600 kg, garantisce un’ottima manovrabilità. Grazie alla cooperazione di aziende specializzate polacche e al supporto di Da Orffo Automotive, l’azienda di fabbricazione rimorchi che Tłuszcz ha creato con il padre nel 2012, il primo veicolo è uscito rapidamente dalla fabbrica ed è stato immediatamente testato da alcune unità del soccorso alpino polacco (Topr) e dall’esercito ucraino. Le prove hanno portato a qualche modifica, in particolare della copertura leggera del veicolo.
Il successivo uso sul campo – dei due Life Chariot completati, uno è impiegato da un’unità medica dell’esercito sul fronte e l’altro dai medici volontari della fondazione polacca Damian Duda – l’ha spinto a implementare un sistema modulabile per il trasporto sicuro di materiale medico. In futuro, l’ingegnere punta a conquistare nuovi clienti in tutta Europa, grazie alla versatilità e al prezzo del mezzo (18.000 euro), che lo rendono un’ottima alternativa all’elicottero in zone dall’accesso difficile. “Saranno necessari ancora moltissimi test in condizioni reali per poter convincere i professionisti del settore dell’affidabilità”, precisa.
Introdurre innovazioni nel mondo della salute non è mai una cosa semplice. Soprattutto quando si tratta di prodotti che devono essere utilizzati in contesti emergenziali
Da questo punto di vista, il James Dyson Award offre un’ottima garanzia a livello internazionale. Tra gli altri vantaggi del premio, oltre alla dotazione in denaro, c’è la possibilità di fare rete, aggiunge: “Abbiamo incontrato l’equipe sudcoreana che ha vinto il premio internazionale con Golden Capsule e stiamo valutando la possibilità di associarci per proporla ai soccorritori, insieme al nostro rimorchio”. La Golden Capsule è un dispositivo innovativo che utilizza la forza elastica e la pressione dell’aria per iniettare dei medicinali ai pazienti in caso di emergenza. Per attivarla non servono né l’elettricità né la forza di gravità, il metodo a oggi più usato, che costringe i soccorritori a tenere costantemente sollevata la sacca della flebo e a strizzarla manualmente per assicurare il flusso regolare delle medicine.
Yujin Chae, 24 anni, specializzanda in ingegneria del design e design industriale presso l’Università di Hongik, ha iniziato a lavorarci, con Shin Yeonghwan, Bai Yuan e Kim Daeyeon, dopo avere visto le immagini del terremoto in Siria e Turchia del 6 febbraio 2023, sperando di poter offrire ai paramedici la capacità di intervenire in scenari di catastrofe in modo più efficiente, letteralmente avendo le mani libere. Il dispositivo è composto da una capsula trasparente che isola un palloncino elastico pieno di medicinale in un’atmosfera a pressione negativa. Una volta aperta una valvola regolabile, l’aumento della pressione comprime il palloncino e la medicina può fluire anche per oltre 30 minuti, indipendentemente da dove sia stata fissata la capsula.
Il team punta a perfezionare la Golden Capsule, riducendone le dimensioni e valutando meglio come potrebbe reagire in condizioni estreme, con una pressione esterna dell’aria più forte o più debole. Stanno affrontando anche un altro problema pratico. “Il medicinale andrebbe condizionato all’interno della capsula con un processo di sterilizzazione che richiede mezzi e manodopera specializzata”, spiega l’inventrice, “ma noi siamo dei semplici studenti e non possiamo finanziarlo. Speriamo di poter vendere la proprietà intellettuale del progetto a un investitore che sia in grado di dare il via alla produzione di massa”. Non è facile produrre indipendentemente, su larga scala, dispositivi medici d’avanguardia. Lo sa bene Norah Magero, ingegnera meccanica kenyana specializzata in sistemi di raffreddamento off grid e vincitrice dell’Africa Prize 2022 della Royal Academy of Engineering. “Nei Paesi come il Kenya si preferisce comprare tecnologia all’estero anziché svilupparla”, osserva la trentacinquenne. Magero è la prima kenyana e la seconda donna premiata dall’ente benefico britannico che, sul finire della pandemia, ha lodato l’impatto significativo della sua VacciBox: un piccolo frigorifero a energia solare per conservare e trasportare in sicurezza, anche via moto o barchini, i medicinali sensibili alle temperature da utilizzare nelle aree rurali e negli ospedali non connessi alla rete elettrica.
Saranno necessari ancora moltissimi test in condizioni reali per poter convincere i professionisti del settore dell’affidabilità
Magero, che aveva già creato un frigorifero off grid – per i piccoli agricoltori kenyani –, attraverso la sua Ong Drop Acces e che, da madre, ha visto quanto sia complicato vaccinare i bambini nelle zone rurali, ha sviluppato il progetto aprendo un’azienda dedicata a Nairobi (Drop Access Limited) con un gruppo di colleghi, consulenti e fornitori. Oggi, la società impiega 13 persone e ha già prodotto e distribuito 60 VacciBox a enti pubblici, Ong e istituti di salute privati al costo di 2.000 dollari l’una. “È molto difficile miniaturizzare e stabilizzare i sistemi di raffreddamento, soprattutto renderli adatti a tutti i climi che ci sono nel Paese”, spiega, “ma l’Africa Prize ci ha permesso di ottenere moltissime consulenze e consigli che ci hanno aiutato a migliorare”.
A fine anno, entrerà in commercio la quarta versione: dotata come le precedenti di Gps e software per inventariare tutto ciò che entra ed esce dal minifrigo (medicine, ma anche organi, tessuti e strumentazione medica), la VacciBox4 sarà di plastica anziché d’acciaio e avrà dimensioni ancora più ridotte rispetto ai 40 litri attuali, per renderla più leggera e trasportabile. La speranza è che ottenga anche la certificazione dell’Oms, che permetterebbe di iniziare le vendite all’estero. In particolare in Kenya, Tanzania e Costa d’Avorio, dove l’azienda potrebbe assicurarne la manutenzione.
Immagine di apertura: Piotr Tłuszcz, Life Chariot. Alcuni utilizzi sul campo di Life Chariot. Il rimorchio è costituito da sospensioni fuoristrada Da Orffo Automotive progettate per le alte velocità grazie ad ammortizzatori coilover regolabili a gas e bilancieri longitudinali. Courtesy Piotr Tłuszcz