Nel 2019, la Commissione EAT-Lancet – un gruppo di esperti di salute, scienziati e politici – ha pubblicato un rapporto che raccomandava la migliore dieta su scala globale. Economica e sostenibile, consiste per il 13% di proteine animali, che oggi sono la parte più cospicua dei regimi alimentari in Occidente, insieme ai farinacei.
Come il design può farci mangiare meglio
Immaginate una cucina ridisegnata a partire da una alimentazione più sana e sostenibile: si chiama GRO* ed è un’idea di Electrolux per il futuro. Ne abbiamo parlato con Simon Bradford, Chief Design Officer dell’azienda.
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- Alessandro Scarano
- 05 luglio 2022
Simon Bradford, Chief Design Officer di Electrolux, dichiara che oggi “l’industria alimentare non funziona”, perché causa un terzo delle emissioni di CO2 del pianeta. Inoltre, quasi il 30% del cibo prodotto viene gettato via, tra la produzione e quanto accade nelle case. Con una produzione intorno ai 60 milioni di elettrodomestici all’anno, Electrolux è profondamente coinvolta nell’industria alimentare, “e sentiamo di avere la responsabilità di migliorarla”, commenta Bradford. Come team di progettazione, continua, hanno pensato a come richiamare l’attenzione su questa situazione. Ponendo sul tavolo una domanda radicale: come progettare una cucina in grado di consentire un comportamento alimentare virtuoso. “I consumatori sono pronti: vogliono cambiare”, sottolinea più volte durante la nostra conversazione.
Da queste premesse nasce un concept che mostra come potremmo colmare il divario tra la nostra dieta attuale e quella ideale delineata dalla Commissione EAT-Lancet, guardando 10 anni nel futuro e reinventando la cucina in modo tale da “incoraggiare e spingere gli utenti a mangiare in modo più sostenibile, sia per il pianeta che per se stessi”. GRO* – il nome di questo progetto futuristico – è una collezione di soluzioni modulari alimentate da sensori e AI, ottimizzata per orientare il consumatore a fare le scelte giuste ogni volta che mette piede in cucina.
Stiamo smontando l’elettrodomestico di oggi e lo stiamo riprogettando in una nuova configurazione incentrata sul cibo.
Tra le principali ispirazioni, quella di guardare al passato per ripensare il futuro. “I nostri nonni conservavano gli alimenti in modo più intelligente rispetto a noi”, spiega il CDO di Electrolux. Le patate per esempio: conservate in cantina a circa 10 gradi, al buio, superavano agevolmente tutto l’inverno. Tutto questo ha portato a un progetto nuovo, che Bradford riassume con una frase che è uno slogan: “Abbiamo rotto la cucina”. Il team di progettazione di Electrolux ha ottenuto questo risultato rendendo modulare l’intero sistema cucina, progettando diverse unità per conservare specifici tipi di alimenti nelle giuste condizioni – umidità, luce, temperatura – e dando la priorità agli alimenti di origine vegetale. Anche per quanto riguarda la visualizzazione. Tradizionalmente, le verdure risultano nascoste all’interno dell’architettura dei frigoriferi di casa: il cassetto dei vegetali si trova nella parte bassa e nasconde la frutta dalla vista. Gro* utilizza un approccio diverso: gli alimenti di origine animale occupano solo una piccola percentuale dell’intero spazio, corrispondente al 13% che dovremmo mangiare secondo la dieta della Commissione EAT-Lancet.
Il segreto dell’alimentazione a base vegetale è il gusto, spiega Bradford, e avere verdure e frutta ben conservate è fondamentale per il loro gradimento. Il designer ammette che non è facile cucinare cibi a base vegetale dal gusto eccellente, “e quindi abbiamo cercato di renderlo semplice e poco impegnativo, partendo dall’esperienza del consumatore”. Gro* include, per questo motivo, una macchina per l’essiccazione degli alimenti, non un semplice compendio ma una parte cruciale di questa cucina del futuro, poiché facilita l’ottenimento di un gusto umami. Secondo Electrolux, l’introduzione di questo sapore specifico nelle ricette rende più gustosi gli alimenti a base vegetale.
Oggi gli elettrodomestici sono più intelligenti e più efficienti dal punto di vista energetico, ma se guardiamo agli ultimi 10, anche 15 anni, le cose non sono cambiate molto, commenta Bradford. Nel 2018 Electrolux ha presentato un concept di frigorifero interamente realizzato in bioplastica, mentre quest’anno sono stati introdotti sul mercato frigoriferi prodotti utilizzando il 50% di plastica riciclata. L’azienda ha anche sviluppato sistemi come l’Eco Meter, che tiene il consumatore al corrente del suo impatto sull’ambiente quando utilizza una lavastoviglie, ad esempio. Ma GRO* è un salto avanti. “Con questo concetto, stiamo portando tutto a un altro livello”, afferma il Chief Design Officer. “Stiamo smontando l’elettrodomestico di oggi e lo stiamo riprogettando in una nuova configurazione incentrata sul cibo”.
I consumatori sono pronti: vogliono cambiare.
Mentre altri marchi costruiscono il loro approccio progettuale sulla soddisfazione immediata dei clienti, ma spesso mancano di una visione per il domani (e per dopodomani), limitandosi a produrre ciò che le persone desiderano e non orientando (o prevedendo) il desiderio, Electrolux batte un’altra strada. Questo concept di cucina gioca su un piano diverso ed è consapevolmente un progetto di lunga durata: qui il design non ha il solo scopo di soddisfare i consumatori, ma di orientarli e aiutarli a essere esseri umani migliori – e consumatori migliori. Questo è, da un punto di vista morale, “ciò che aspiriamo a essere”, spiega Simon Bradford, sottolineando come, attraverso la ricerca, il marchio abbia scoperto che le persone si rendono conto che il cambiamento climatico sta avendo un impatto sulla loro vita di tutti i giorni, dalle inondazioni in Australia ai grandi incendi in California, fino a eventi meno devastanti ma comunque significativi, e che anche l’industria alimentare ne è responsabile. “Quindi c’è molta disponibilità a condurre una vita più sostenibile”. Il problema è quello di stimolare questo desiderio di cambiamento, ed è qui che il design può essere d’aiuto.