Tra le numerose accelerazioni che la pandemia ha imposto nel campo del digitale c’è anche quella che riguarda le fiere. Sospese nella maggior parte dei casi o mantenute in una fortuita coincidenza tra date e numeri dei contagi, in molte si interrogano su come replicare la propria presenza in modalità virtuale, domandandosi a giusto titolo se l’efficacia di un’interfaccia potrà mai supplire alla bontà delle interazioni (e alle relative dinamiche economiche) che abitano lo spazio fisico che le accoglie.
A fare questa scommessa c’è la Maker Faire Rome – The European Edition, che ha scelto la strada di una piena riconversione digitale dotandosi di una piattaforma, accessibile urbi et orbi previa registrazione, attraverso la quale esplorare tutti i contenuti della fiera tra cui i profili di ogni espositore, i relativi progetti così come le conferenze che animano il palinsesto dell’evento. Sviluppata da Dotdotdot in collaborazione con il fab lab milanese OpenDot, l’interfaccia si vuole ispirata al mondo del gaming e mira nelle intenzioni degli sviluppatori a ricostruire una possibilità fluida ed efficace di interazione, indirizzando i visitatori verso contenuti di interesse e abilitandoli alla relazione diretta con i makers.
Un format, questo, che è solo un assaggio di quello che potrebbe aspettarci nei prossimi mesi, quando il nuovo dualismo tra reale e virtuale inizierà a sciogliersi con le proposte dei grandi eventi del 2021, e dove un vero e proprio mondo virtuale tridimensionale, fatto di avatar e etiquette dedicate, potrebbe affermarsi come una nuova, possibile norma di interazione e vendita.