All’inizio della conversazione Elliat Rich mi interrompe per commentare il passaggio di uno stormo di fringuelli. Per la designer di Alice Springs tutto prende forma o si intercala con il paesaggio del Deserto centrale in cui vive, perfino la nostra intervista. L’anno scorso ha vinto l’Australian Furniture Design Award con un oggetto che giustamente porta il nome di Place (“il posto”): un esemplare di tavolino da toilette dotato di un cassetto segreto ricavato in uno sporto colorato, di un contenitore e di uno specchio girevole. I toni caldi dei legni sovrapposti sembrano un tramonto nel deserto, un riflesso della luce cangiante sulle striature che attraversano il Deserto centrale: “Credo proprio che sia una risposta intuitiva al paesaggio, al sentirsene intimiditi, e al comprendere le storie che ne nascono, al suo modo di essere vivo”, spiega Rich. “Ma poi, a un secondo livello, c’è la ricerca che continuo a condurre in modo sempre più approfondito, che considera il design un modo di proporre futuri stili di vita.”
A sedici ore di auto dalla città più vicina, Alice Springs può apparire un luogo improbabile per trovarci una delle designer più importanti d’Australia che cerca di suscitare ottimismo sul futuro. Ma per Rich non c’è un luogo migliore al mondo. “L’Australia centrale ha un magnetismo particolare”, afferma, “il paesaggio è incredibile e di grande presenza, e qui c’è un fortissimo senso comunitario su numerose scale differenti. È molto interessante per capire il patrimonio e la vitalità della cultura indigena, e per comprendere il fatto che esistono veramente maniere molto diverse di stare al mondo”.
Alice era uno dei luoghi che si adattavano alla narrazione cui avevamo dato inizio, cioè scegliere circostanze straordinarie per scoprire nuovi modi di vivere e spunti di progettazione concreti estremamente immediati
Anche se forse non è un semplice caso di amore per le sfide è chiaro che a Rich piace l’avventura. Si è trasferita ad Alice Springs nel 2004 insieme con il suo compagno James B. Young, dopo aver passato un anno in giro nell’entroterra, in un’inconsueta odissea attraverso il Nuovo Galles del Sud, equipaggiati con due cammelli e qualche asinello, imparando a condurre gli animali e ad averne cura, occupandosi di finimenti e di attrezzi. “Alice era uno dei luoghi che si adattavano alla narrazione cui avevamo dato inizio, cioè scegliere circostanze straordinarie per scoprire nuovi modi di vivere e spunti di progettazione concreti estremamente immediati: bisognava trovare soluzioni personali specifiche.” Più tardi si è trasferita ad Alice per completare lo stage presso la società senza fini di lucro Centre for Appropriate Technology, necessario per terminare il suo corso di laurea in Design, mentre il suo compagno ci ha trasferito il suo laboratorio di progettazione di calzature.
Il senso dell’inventiva e dell’atteggiamento positivo nella soluzione dei problemi è evidente in quasi tutti i suoi progetti, dagli esordi al più accurato lavoro in studio. Il suo primo progetto, quello di una sedia a rotelle adatta all’entroterra australiano, modificava la carrozzina per renderla abbastanza robusta da sopportare il sole e gli spostamenti nell’entroterra, ma sufficientemente comoda per l’utente, compreso il fatto che non diventasse troppo calda sull’epidermide. Dei requisiti di progetto facevano anche parte considerazioni culturali: dato che in parecchie comunità indigene le attività sociali e professionali vengono svolte seduti in gruppo sul terreno, l’utente doveva essere in grado di abbassarsi con la sedia fino a terra e di trovare facile appoggio. Rich progettò un telo da appendere alla sedia preesistente, che permettesse all’utente di spostarsi tra la sedia e il terreno in modo da continuare a fare vita sociale. Il progetto la fa ancora riflettere: quale migliore introduzione all’inventiva e alla complessità culturale della vita nel Deserto centrale?
Seguirono altre interessanti collaborazioni: Melody Fence, progettato con il compositore Bree van Reyk, era ispirato al gioco infantile consistente nel far scorrere uno stecco o una penna su una staccionata per ottenerne un suono. Insieme progettarono una staccionata che emette davvero dei suoni in una particolare gamma quando il bambino ci passa sopra lo stecco. Per Patchwork Tiles Rich chiese a tutti di portarle gli avanzi delle piastrelle usate nelle ristrutturazioni, che vennero trasformati in un mosaico per la piscina locale.
Alice Springs ispira ancora Rich, che con il suo compagno vi ha fondato nel 2013 il suo studio Elbowrkshp. Nel 2013, alla Biennale Architettura di Venezia, ha collaborato con il laboratorio aziendale di CAT e con un gruppo di produttori indigeni alla progettazione delle sedie d’alluminio Anerle-aneme, inserite nel padiglione dell’Australia intitolato “The Pool”. Anerle-aneme, nella lingua locale degli Arrente, significa “siediti un attimo”.
Quest’anno ha esposto una serie di opere derivate da Place, progetto vincitore alla Melbourne Design Week esposto alla Sophie Gannon Gallery. Le opere sono decisamente giocose, per la forma e per la sensualità dei materiali che esaltano il colore, e anche la capacità di sperimentare: un senso di libertà che proviene dal luogo in cui la designer lavora. “È una delle collezioni più fondate sull’intuito che io abbia mai realizzato”, mi dice. “Prima mi preoccupavo molto di integrare nell’opera un’esperienza o una narrazione specifica.” Tutte le opere rispecchiano il fascino che Rich prova per il paesaggio locale e il suo interesse nell’uso del design per delineare concretamente una nuova visione del futuro. “Stiamo in questo luogo per realizzare concretamente un senso di ottimismo e di interesse per quel che ci aspetta”, afferma.
Con parecchi progetti interessanti all’orizzonte Rich ha delle buone ragioni per pensare positivamente al futuro. Dato che ha vinto all’Australian Furniture Design Award il finanziamento di una collaborazione alla Jam Factory, ora sta lavorando alla sua prima collezione commerciale per il produttore d’arredamento Stylecraft. Lavora anche a un progetto straordinario in collaborazione con partner di dimensioni molto dissimili – un produttore internazionale e un’organizzazione locale – per progettare e realizzare un nuovo prodotto ad Alice Springs. Appare apprezzarlo sinceramente, il che forse sta alla base del suo ottimismo. “C’è un grande equilibrio tra quel di cui si ha davvero bisogno, cioè l’occasione di dare un senso a quel che si fa, e l’avere la possibilità di farlo davvero e di sentire che si può dare un contributo valido alla comunità, oltre che vivere il più vicino possibile alle proprie convinzioni etiche.”