Design Miami/ Basel 2017

Dalle auto d’epoca di Rovecars alla collezione bianco-latte di Laufen, dal ferrocemento di Konstantin Grcic al crystal printing di Swarovski: ecco cosa ci ha colpito quest’anno a Design Miami/ Basel.

L’edizione 2017 di Design Miami/ Basel (13–18 giugno) ha aperto i battenti con due installazioni: un bosco stilizzato da una parte e una sequenza di pregiatissime scrivanie all’interno della piazza d’armi della sezione “Design At Large”. Questi due elementi spaziali erano animati da una performance di un esercito di ragazze che marciavano composte e vestite con gonna asimmetrica e giacca abbottonata firmate dallo stilista americano Thom Browne.

Img.1 Design at Large/ Thom Browne
Img.2 Design at Large/ Thom Browne
Img.3 Design at Large/ Thom Browne
Rovecars presents

  La rassegna internazionale del design si è invece conclusa con una parata di autovetture riunite dal critico, gallerista, giornalista opinionista e collezionista Kenny Schachter con l’ambizione d’investigare il mercato dell’arte, del design e, quindi, dell’automobile, rispondendo alla domanda “Are cars and furniture art?”. Ettore Sottsass ci ha insegnato che anche una semplice credenza poteva essere sensuale, quindi come fa a non esserlo un oggetto che ti fa correre come il vento? Al di là delle domande sul sistema e sull’economia del design, abbiamo anche semplicemente apprezzato “#Manual”, la selezione presentata da Rovecars che andava da una Lancia Aurelia B20 GTdel 1952 fino a una Delta integrale del 1991. Personalmente, conosco più di una persona che ha parcheggiato in salotto una moto fatta a mano (come la Vyrus concepita e costruita dalla genialità di Ascanio Rodorigo, per fare un esempio) o un’auto, non necessariamente d’epoca. E sì, il salotto deve essere per forza spazioso.

Scholten & Baijings presenta 2016/ Editions

Antichi rituali hanno accompagnato i progetti del presente. La cerimonia del tè (in questo caso presentata in fiera da Soyu Mukai) è stato un appuntamento imperdibile e dalla grazia unica, un’esperienza sensoriale e visiva potente e coinvolgente della durata di 45 minuti che, per l’anniversario dei 400 anni della giapponese Arita e delle sue poetiche porcellane, accompagna il lavoro di Scholten & Baijings, coppia anche nella vita, con una rassegna di ventisette pezzi all’interno di uno dei progetti della sezione “Curio” in fiera, un padiglione pensato dall’architetto Fumihiko Sano.

Laufen presenta A Curated Art Show. What?

Le celebrazioni fanno bene al cuore e la storica azienda Laufen ha sfruttato l’occasione per ricordare i 125 anni di attività con un progetto monocromatico bianco-latte, costituito da diverse interpretazioni da parte di personaggi d’eccezione del mondo dell’arte e del progetto; si è festeggiato con diciassette pezzi-scultura firmati da nomi di rilievo fra cui Patricia Urquiola (bellissimo il suo piatto verticale, The Search For New Visions), Alfredo Häberli, Atelier Oï, Toan Nguyen, Peter Wirz e Konstantin Grcic, tutti parte del progetto speciale itinerante dal titolo “Milestone – 125 Years of Laufen”, curato da Beda Achermann: inaugurata al Deutsches Architekturmuseum di Francoforte, ha fatto tappa a Milano, Copenaghen, Basilea e sarà poi a Londra e, in dicembre, a Miami.

Giustini / Stagetti Galleria O. Roma

Impossibile non notare il “Magliana Project” realizzato da Grcic per la romana Giustini / Stagetti Galleria O. Roma, a cura di Emanuela Nobile Mino: tavolo con seduta integrata e relativa lampada pendente tutti in ferrocemento, presentati a inizio giugno a Roma nell’unico padiglione superstite del progetto Nervi & Bartoli (1932) a opera di Pier Luigi Nervi. Nello stesso stand, per gli amanti di Sottsass che si preparano alle due grandi mostre in arrivo (al Metropolitan Museum di New York, 21.7–8.10.2017 e alla Triennale di Milano dal 14 settembre, giorno del centenario della sua nascita), un totem-libreria (o mobile-torre), con tanto di cassetti dai cromatismi eccezionali. Un pezzo unico realizzato nel 1962 per l’amico e collaboratore alla Olivetti Mario Tchou, ingegnere di origine cinese, e che ha trovato casa definitiva nella collezione del Metropolitan.

Le sedute di BBPR degli anni Cinquanta disegnate per un’abitazione privata milanese ed esposte da Nina Yashar

Il sapore asiatico si legge anche nelle creazioni di Martian, la prima collezione mai realizzata da Ma Yansong per la Galleria ALL, con doppia sede a Los Angeles e a Pechino. Yansong, fondatore dello studio Mad Architects ha concepito per chi intende (forse non domani) trasferirsi su Marte, una serie di sculture da arredo fluide e organiche in diversi materiali – dall’alluminio al bronzo –, che risplendono all’interno dello stand dove la luce è, volutamente, davvero bassa.

A brillare ci pensa invece Swarovski, per la terza edizione sostenitore di “Designers of the Future Award”. Quest’anno, i tre autori selezionati hanno concepito tutti insieme anche lo stand in fiera. Si tratta del gruppo giapponese di Takt Project creatori di Ice Crystal, una composizione in stile nipponico di candelabri e vasi, trasparenti e traslucidi, completi di camelie bianche, realizzati con il crystal printing, una particolare tipologia di stampa 3D sviluppata insieme con l’azienda israeliana Micron3DP e applicata per la prima volta al cristallo. Con Terrazzo Palazzo, l’azienda di base nelle verdi montagne di Wattens e attenta al sostenibile, intende invece riciclare quei cristalli che non hanno superato il suo esigente controllo qualità: una serie di solidi modulari e componibili a perimetro dell’installazione sono stati realizzati in Italia, nella zona di Verona.

Oscar Humphries presents Teatro Mollino

Con Cyanometer, Maryan van Aubel, olandese con studio a Londra, guarda in alto e cerca di archiviare prima e materializzare poi il colore del cielo. Lo fa guardando a un oggetto di un altro secolo, il cianometro, e grazie a una piccola porzione di vetro questa volta opaco e prodotto da Swarovski, che sfruttando l’energia raccolta da un pannello solare riesce a ricostruire lo specifico colore azzurro. Porzioni di cristallo delle stesse dimensioni riunite in cerchi concentrici diventano tre grandi chandelier di forma circolare. A cerchio sono disposte anche le sedute e i divani dal tipico rigore razionalista di Studio BBPR degli anni Cinquanta disegnate per un’abitazione privata milanese ed esposte da Nina Yashar, mentre lo stesso cerchio è simulato dalla serie di divani in pelle ocra scuro e struttura in acciaio a contrasto verde acqua dal nome The Vaalbeek Project e a opera di Tomás Alonso per l’audace galleria belga Victor Hunt Designart Dealer. Rotondi anche i bellissimi lavori a specchio di Sam Orlando Miller Stella Velata 1 e Stella Velata 2 pensati per la galleria londinese Fumi, da sempre fautrice di commissioni straordinarie alla ricerca di indagini inconsuete sui materiali.

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