I primi quattro pezzi introduttivi dell’esposizione, secondo il curatore Ikko Yokoyama, fanno da spunto al messaggio principale. Già la PET Lamp, il progetto di consapevolezza ambientale varato da Alvaro Catalán de Ocón, è un’indagine sull’artigianato di tradizione di tutto il mondo, in cui le bottiglie di polietilene vengono trasformate in lampade. Il progetto è uno spunto sul design contemporaneo, che nasce da soluzioni progettuali semplicissime e che per realizzarsi non richiede necessariamente l’uso di tecnologie di alto livello.
Yokoyama sottolinea che il futuro del design non coinciderà con la produzione in serie ma si realizzerà sulla base di esigenze individuali. Il progetto Story Vase riecheggia questa consapevolezza raccontando storie personali di donne che non sanno leggere né scrivere, ma la cui competenza artigianale ‘parla’ attraverso i messaggi relativi alla loro storia personale inscritti in recipienti di vetro.
Le sale principali sono precedute da un quarto, raffinato spunto, memore dell’attenta tradizione giapponese dello tsukuroi: l’antica arte di riparare la ceramica spezzata con lacca mista a polvere d’oro (kintsugi) o d’argento (gintsugi). Ci rammenta l’importanza del progetto in quanto agente di consolidamento non solo fisico ma sociale.
Nella prima sala l’opera di Makoto Orisaki Line Works – The world changes when you draw lines differently (“Linee: quando si tracciano linee differenti il mondo cambia”) rappresenta l’idea di ‘collegamento’ e parla della parte importante che il progetto ha avuto nel dare soluzioni creative a problemi complessi.
La seconda, e più grande, delle sale principali è un percorso che va da un luminoso spazio aperto, dove sono esposti oggetti relativi al progetto a basso contenuto tecnologico, a una zona a luce attenuata, in fondo alla sala, dove vengono presentate strategie progettuali più orientate alla tecnologia. Come introduzione alla sala principale Sweaters by Loes (“I maglioni di Loes”), di DNA Charlois & Christien Meindertsma / Wandschappen presenta oltre 500 minuscole foto di indumenti a maglia creati nell’arco di 60 anni e ritrovati per caso dal Rotterdam Museum.
Il progetto Living Archive (“Archivio vivo”) della designer esperienziale Josefin Vargö è collocato al centro della sala e registra la tradizione, cge sta scomparendo in tutto il mondo, della preparazione del lievito, in un’allusione al progetto del sapere intangibile. Anche i lavori del celebre fotografo giapponese Takashi Homma Camera Obscura Study. Aoyama-Roppongi, building by building (“Uno studio sulla camera obscura. Aoyama-Roppongi edificio per edificio”) comprende una serie di fotografie che evocano un’esperienza quasi cinestesica, in cui il corpo diventa un’estensione della macchina fotografica.
fino al 1 febbraio 2015
The Fab Mind
21_21 Design Sight, Tokyo