Da oltre dieci anni Design Indaba porta a Città del Capo le firme più interessanti della scena contemporanea del design e dell’architettura con lecture e presentazioni delle produzioni nazionali. Quest’anno, le coste frastagliate della città ospitano la World Design Capital, manifestazione dal profilo internazionale indetta e promossa da ICSID (International Council of Societies of industrial Design) che, negli ultimi anni, ha visto Torino (2008), Seoul (2010) e Helsinki (2012) protagoniste.
Il Sudafrica e il design
Nominata World Design Capital 2014, Cape Town guarda al design come a un motore per riscoprire e sviluppare potenzialità nascoste e rivitalizzare la scena sociale ed economica.
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- Maria Cristina Didero
- 24 marzo 2014
- Città del Capo
Si tratta di città che guardano al design come a un motore valido e incisivo per riscoprire e sviluppare potenzialità nascoste, rivitalizzare la scena sociale ed economica. L’occasione ha visto la nascita della Guild Design Fair, la prima fiera di design in Sudafrica dedicata alle limited edition, con la partecipazione di grandi gallerie internazionali come la milanese Rossana Orlandi, R20th Gallery di New York, Colectivo Amore De Madre dal Brasile, il progetto open source (presentato dal V&A Museum e il British Council ConnectZA) Maker Library Network a cura di Jana Scholze and Daniel Charny mentre lo spagnolo Nacho Carbonell è Featured Designer della fiera, con un’installazione esterna dal titolo “Playground Closes At Dusk”.
Una performance di War Horse, creazione di Handspring Puppet Company e felice indagine sul design del movimento, ha aperto l’inaugurazione della fiera: un bambino cavalca un destriero-robot sostenuto da due uomini capaci di riprodurre esattamente il movimento naturale dell’animale.
Il Lookout in Granger Bay è il luogo che ospita l’evento (curato nei minimi particolari) costruito per l’occasione, dal magnifico affaccio sull’oceano e le spalle a Table Mountain: tutto a opera dei coniugi Trevyn e Julian Mc Gowan, ambasciatori del design sudafricano nel mondo, fondatori non solo della Southern Guild Foundation (premio annuale ai migliori creativi del Paese) ma anche dell’African Design Museum con sede a Johannesburg, nel vibrante quartiere di Maboneng. “Dal 2008, anno in cui abbiamo fondato la nostra galleria, lavoriamo per far portare il design del Sudafrica nel mondo”, dice Mc Gowan. “Qest’anno abbiamo avuto l’occasione invece di portare le persone qui da noi e far conoscere il lavoro di artisti come Gregor Jenkin, John Vogel, Bronze Age or Laurie Wiid van Heerden, scoprire la filiera produttiva del nostro Paese e le peculiarità di un luogo dove c’è grande potenzialità.
Il premio Southern Guild è infatti dedicato al business in design: è pensato cioè non solo per emergenti o protagonisti già affermati, ma anche per coloro che lavorano per implementare il design nel nostro Paese, affrontando sfide quotidiane, anche di natura pratica. Sosteniamo anche chi desidera avviare l’attività di designer facilitando l’attività e i programmi di mentorship; facilitiamo la collaborazione tra designer e produttori; stimoliamo il networking; cerchiamo sponsorizzazioni per diversi progetti; mettiamo a disposizione contatti e informazioni per il recupero di materiali; parliamo con interlocutori e media internazionali stimolando l’interesse per ciò che succede nel nostro paese. Ma uno degli scogli da superare è la valorizzazione economica delle opere d’arte prodotte in Sudafrica e dalla lunga tradizione; spesso riflettono una speciale relazione con la natura che ci circonda e il rapporto fra le persone, il senso di comunità. Qui non esiste un trend particolare o l’uso di elaborate tecnologie produttive; siamo in grado di fornire dei prodotti dalla grande potenza immaginativa e vorremmo posizionare il design sudafricano all’interno del panorama internazionale.”
Diversi i designer presenti, da Nacho Carbonell agli Haas Brother volati da Los Angeles, dal giovane David Weisman fino a Agents of 3D Revolution, collettivo che lavora con la stampa 3D. Sempre sul Victoria and Alfred Waterfront, a pochi passi dalla fiera, si trova anche lo Zeitz MOCAA Museum, istituzione non profit dedicata all’arte contemporanea africana e alla sua diaspora, fondata nel 2013 da Jochen Zeitz e diretta dal bravo Mark Coetzee. Fino al 25 maggio, all’interno del suo padiglione temporaneo che si affaccia sul Bascule Bridge (Zeitz MOCAA Pavilion) è presentata una mostra dedicata a Thomas Heatherwick, anche lui in città per l’occasione.
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