



Qui ogni gesto reca il segno del racconto celato di Bakker, poiché non è più visibile ma integrato nell’oggetto. Il rapporto tra gli oggetti di rame massiccio di Bakker come il contenitore da salsa di soia in rame, che sembra la lampada di Aladino, l’insalatiera dal manico bizzarro e la contorta brocca per l’acqua (tutti degli anni 2009-2010) e la scaletta-sgabello di Jonathan Muecke del 2011 parlano di “come la forma non segua la funzione”, commenta Sellers, “ma sono comunque affascinanti per la loro sorprendente poesia”.
La Poly Scrap Chair di Max Lamb (2011), di polistirolo espanso grezzo e gomma color bianco panna, parla sottovoce con una sedia in legno di olmo del curatore della mostra che ha solo tre gambe, mentre la quarta è usata come schienale. Perché usarne quattro se si può fare con tre? Impossibile non essere deliziati di fronte alla piccola saliera Salt Cellar (2007) d’argento placcato oro, che nasconde i cristalli nel manico finché non la si maneggia, accanto alla lattina per l’olio Silver Oil Can (2005) e all’oliera Silver Pourer che, anche qui, inclinata, permette al liquido di sdoppiare il percorso in due rivoli dorati.



Fino al 14 dicembre 2013
Spaces in between
a cura di Aldo Bakker
Gallery Libby Sellers
41-42 Berners Street, London

L’Accademia Tadini sul lago d’Iseo rinasce con Isotec
Il sistema termoisolante Isotec di Brianza Plastica ha giocato un ruolo cruciale nel restauro di Palazzo Tadini, capolavoro dell'architettura neoclassica lombarda e punto di riferimento per il mondo dell'arte.