“Sempre in aumento il successo del Salone del Mobile di Milano”: comincia così il primo articolo che Domus dedica a quello che sarebbe diventato negli anni il più importante evento mondiale dedicato al design. Nel testo, che riportiamo integralmente, si individuano i motivi della buona riuscita della manifestazione già nel corso del primo decennio di vita, e l'anticipazione di temi, come quelli legati alla sostenibilità dei modi di produzione, oggi protagonisti del dibattito e della fiera stessa.
Dall′archivio: Domus al nono Salone del Mobile di Milano
Alla vigilia della 60esima edizione del Salone del Mobile, torniamo alla prima apparizione dell'evento su Domus, nel numero 480 del 1969.
Domus 480 novembre 1969
Domus 480 novembre 1969
Domus 480 novembre 1969
Domus 480 novembre 1969
Domus 480 novembre 1969
Domus 480 novembre 1969
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Domus 480 novembre 1969
Domus 480 novembre 1969
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- La redazione di Domus
- 30 maggio 2022
Sempre in aumento il successo del Salone del Mobile di Milano, sia per il numero dei partecipanti che per il numero degli operatori che lo visitano. Evidentemente il Salone di Milano è l’unico dei grandi saloni internazionali che svolga una politica di qualificazione. Lo dimostra l’ormai famoso “padiglione 30” che raccoglie tutte le produzioni italiane più impegnate e che ogni anno aumenta di spazio e di presenze. E lo dimostra l’accresciuto livello di qualità di alcuni particolari settori – come quello delle cucine (che illustreremo nel prossimo numero), in cui s’è visto un generale perfezionamento, notevole persino nei confronti dell’anno passato.
L’impressione che si trae da questo Salone è quella di un generale fervore: un fervore che si manifesta non solo in trovate “brillanti” ma anche in una impegnativa ricerca di nuovi procedimenti produttivi e costruttivi. Ci si chiede tuttavia se sia necessario che ogni anno le produzioni presentino tanti modelli nuovi, sovrapponendoli ai modelli dell’anno precedente, in un carosello che sta diventando frenetico.
Forse occorre una pausa, che consenta alle industrie la messa a punto dei vari programmi in una prospettiva più coordinata, e globale. Si pensi, ad esempio, alla separazione, o non-collaborazione, che ancora esiste tra la produzione edilizia e la produzione del mobile: chi produce case non si preoccupa di che cosa dovranno contenere, e chi realizza il contenuto ignora quasi sempre il contenitore; sicché la casa è ancor spesso un magazzino dove si “collezionano” oggetti spaiati.
Furono presentati quell’anno, tra gli altri: il sedile Jumbo disegnato da Alberto Rosselli, il già famoso Sacco di Gatti, Teodoro e Paolini prodotto da Zanotta, la serie Up di Gaetano Pesce prodotta da C&B, Sedilsassi di Piero Gilardi prodotto da Gufram, la sedia pieghevole Pila della Anonima Castelli disegnata da Giancarlo Piretti, l’iconica poltrona a uovo Pallottuoli di Eero Arnio.