Considerando che più dell’80% della terra destinanta alla coltivazione è già in uso, l’agricoltura verticale è ormai diventata una componente critica per il futuro del settore primario.
Come è noto, l’agricoltura continua su larga scala contribuisce drammmaticamente alla deforestazione globale, all’inquinamento del terreno e al cambiamento climatico. Al contrario, invece, le cosidette fattorie verticali o vertical farms presentano un’opportunità per ottimizzare la crescita delle piante con tecniche di coltivazione senza terra e utilizzando il minor spazio e trasporto possibile.
Il processo di coltivazione verticale permette la crescita di piante, alimenti ed erbe medicinali in strati di superfici inclinate o contenitori impilati uno sull’altro che ricevono acqua e nutrienti attraverso tecniche idroponiche e anche aeroponiche. Il che si traduce in un miglior raccolto in qualsiasi momento dell’anno o parte del mondo e utilizzando meno risorse.
D’altra parte, le fattorie verticali presentano ovviamente degli svantaggi: l’investimento energetico, prima di tutto, ma anche la necessità di selezionare le sementi più adatte a una coltivazione di questo tipo, soprattutto rispetto alla sostenibilità economica. Le tecnologie, per quanto in via di miglioramento, sono ancora lontane dall’essere perfette. Inoltre, laddove le vertical farm abbattono il costo (monetario e di impronta di carbonio) del trasporto, se erette nei centri abitati, dall’altro lato è ovvio che in città il terreno su cui costruirle potrebbe essere assai caro.
Il mercato globale è stato valutato a 3,47 miliardi di dollari nel 2021 e, mentre molti progetti su larga scala sono in corso in tutto il mondo, si prevede che superà i 20 miliardi di dollari entro il 2029. Nella gallery, trovate una selezione delle più grandi fattorie verticali nel mondo, già attive o di prossima apertura.