Entrati nel mese di novembre, la Sessantesima edizione della Biennale d’Arte di Venezia, intitolata Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere e curata da Adriano Pedrosa, si avvia verso la sua conclusione. Se siete tra i visitatori dell’ultima ora, c’è ancora quasi un mese per esplorare arsenale e giardini, senza dimenticare i progetti che, parallelamente alla biennale, animano la città lagunare arricchendo di sfumature il tema della mostra principale, e che valgono sicuramente una visita.
La Biennale sta per chiudere: se vai a Venezia, non perderti queste mostre
Novembre è l’ultimo mese per visitare "Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere", ma non perderti le tante esposizioni off Biennale che accompagnano l’evento, come il grande progetto di Christoph Büchel per la sede veneziana della Fondazione Prada.
Immagine di “Monte di Pietà”. Un progetto di Christoph Büchel. Fondazione Prada, Venezia. Foto: Marco Cappelletti, Courtesy: Fondazione Prada
Veduta dell'installazione. Courtesy Ca’ Pesaro. Foto: Irene Panizza
Julie Mehretu, Among the Multitude XIII, 2021-2022 Collezione privata. Foto Tom Powel Imaging Courtesy dell'artista e di Marian Goodman Gallery, New York
Helmut Newton. Legacy, veduta dell'installazione. Courtesy Le Stanze della Fotografia. Foto: Matteo De Fina
The long Parade, 2021 @Ari Benjamin Meyers
Francesco Vezzoli, Musei delle Lacrime, 2024, veduta dell'installazione. Foto: Melania Dalle Grave_DSL Studio.
Work in Progress, Berengo Studio, 2024
Yu Hong Make a Wish, 2023 Acrilico su tela; 340 x 140 cm Ó Yu Hong, Courtesy Lisson Gallery
The-Spirits of Maritime Crossing-2023, still from video.. Image courtesy Bangkok Art Biennale
Chris Ofili, Othello – Reflection, 2018–2024. Courtesy Victoria Miro
Berlinde De Bruyckere, instalalzione per la sagrestia dell'Abbazia di San Giorgio Maggiore, 2024 © Berlinde De Bruyckere. Foto © Mirjam Devriendt
Courtesy l’artista e Johyun Gallery. Foto Sangtae Kim
Eva Marisaldi, Biribisso, veduta dell'installazione. Courtesy Fondazione Musei Civici di Venezia
Ernest Pignon-Ernest, Je Est Un Autre. Espace Louis Vuitton, Venezia, 2024. Courtesy l'artista e Fondation Louis Vuitton
Courtesy Sanlorenzo
Courtesy Janus
Pierre Huyghe Variants, 2021 - in corso. Courtesy l'artista, Kistefos Museum, Hauser and Wirth, London. Foto Ola Rindal © Pierre Huyghe, by SIAE 2023
View Article details
- Carla Tozzi
- 04 novembre 2024
Da Pierre Huyge a Punta della Dogana, alla grande retrospettiva dedicata all’artista cileno Roberto Matta, e poi gli iconici scatti di Helmut Newton nell’isola di San Giorgio Maggiore. Domus ha selezionato per voi tutte le mostre da vedere prima che chiudano durante il vostro soggiorno veneziano, non vi resta che prendere qualche appunto per arricchire l’itinerario di viaggio.
Immagine di apertura: Monte di Pietàu Un progetto di Christoph Büchel, Fondazione Prada, Venezia. Foto: Marco Cappelletti. Courtesy: Fondazione Prada
Dopo la sua ultima memorabile partecipazione alla Biennale d’Arte del 2019 con la toccante e drammatica opera Barca Nostra, Christoph Büchel torna a Venezia, alla Fondazione Prada, con il progetto “Monte di Pietà”. Partendo dalla storia dello storico palazzo di Ca’ Corner della Regina, che fino al 1969 è stata la sede del Monte di Pietà di Venezia, l’artista ha approfondito lo studio del concetto di debito come base della società e strumento di potere. Da qui, la complessa installazione, che include opere antiche e contemporanee, e una selezione di documenti storici, è un’occasione di discussione riguardo ad alcuni dei temi centrali della storia contemporanea.
La mostra Roberto Matta 1911-2002 a Ca' Pesaro celebra l'artista e architetto cileno con una vasta esposizione delle sue opere, tra cui dipinti, sculture e disegni. Figura chiave del surrealismo e precursore di estetiche moderne, Matta esplora temi come l'inconscio, la fantascienza e l'impegno politico. L’esposizione, curata da Dawn Ades, Elisabetta Barisoni e Norman Rosenthal, segue un percorso cronologico e si apre con un lavoro monumentale come Coïgitum (1972), un'opera degli anni Settanta che evidenzia la sua innovativa visione spaziale e sociale.
Contemporaneamente alla grande mostra di Pierre Huyghe a Punta della Dogana, le tele di Julie Mehretu arrivano a Venezia per una straordinaria personale, curata da Caroline Bourgeois in collaborazione con l’artista. Nei due piani di Palazzo Grassi si possono guardare da vicino oltre sessanta dipinti e incisioni della pittrice etiope americana, realizzati negli ultimi venticinque anni. Le opere di Mehretu saranno affiancate da lavori di altri artisti, suoi amici oppure personalità che l’hanno influenzata.
Le Stanze della Fotografia dedica a Helmut Newton una mostra curata dal direttore artistico Denis Curti e da Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation, che celebra l'audacia e l'eleganza del fotografo, ripercorrendo la sua carriera con scatti che spaziano dalla moda al nudo femminile. Famoso per collaborazioni con Vogue e stilisti come Yves Saint Laurent, Newton ha rivoluzionato la fotografia con gigantografie e storytelling, avvolgendo le sue opere di mistero e riferimenti alla pittura e al cinema. Il percorso espositivo, diviso in sei capitoli cronologici, testimonia un'eredità che ha influenzato la rappresentazione visiva del Novecento.
“Nebula “è la mostra organizzata dalla Fondazione In Between Art Film, curata da Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi, presso il Complesso dell’Ospedaletto con l’allestimento firmato da Ippolito Pestellini Laparelli e lo studio milanese 2050+. Sono otto le nuove video installazioni appositamente commissionate per l’occasione ad artisti italiani e internazionali, tra i quali Giorgio Andreotta Calò, Saodat Ismailova, Cinthia Marcelle e Tiago Mata Machado, e Diego Marcon. L’idea del progetto si ispira al fenomeno della nebbia come condizione che riduce la capacità visiva, rendendo necessario ricorrere a strumenti sensoriali diversi per orientarsi.
Yoo Youngkuk è stato un pioniere della pittura astratta geometrica che ha lasciato un segno indelebile nella storia dell'arte in Corea. Nello storico palazzo della Fondazione Querini Stampalia, una selezione di dipinti degli anni Sessanta e Settanta ripercorre il rapporto dell’artista con la natura, nella mostra “A Journey to the Infinite” curata da Kim Inhye. Questa esposizione è la più importante mai dedicata al maestro coreano al di fuori del suo paese, e si propone raccontare l’arte di Youngkuk anche attraverso documenti d’archivio, fotografie, cartoline e video.
Negli ultimi dieci anni, Francesco Vezzoli ha creato un ponte tra arte antica e cultura contemporanea, utilizzando media come video, performance e ritratti. La mostra Musei delle Lacrime al Museo Correr di Venezia prosegue questo percorso, affiancando le sue opere ai capolavori del museo. Qui, Vezzoli rielabora la storia dell’arte come qualcosa di attuale, dialogando tra classicità e presente, con omaggi alla religione, ai concetti di identità e autorialità, ispirandosi al lavoro di Carlo Scarpa sui musei veneziani.
Mentre una parte della collezione d’arte di proprietà del produttore americano Swizz Beatz (e di sua moglie Alicia Keys) è esposta al Brooklyn Museum, in una mostra che celebra l’idea del supporto reciproco tra artisti, a Venezia il progetto “Are We The Aliens_” vede la collaborazione tra l’artista belga Arne Quinze e il musicista statunitense. Nella chiesa costruita su disegno del Sansovino e completata dal Palladio, le sculture fitomorfe di Quinze sono accompagnate da un’installazione sonora di Swizz Beatz, in un elogio della bellezza della natura, che invita a riflettere sul potenziale trasformativo della riconnessione dell'umanità con il mondo naturale.
Nel cuore di Cannaregio la sconsacrata Chiesetta della Misericordia ospita il progetto dell’Asian Art Initiative del Guggenheim Museum di New York, “Yu Hong: Another One Bites the Dust”. Nuovi dipinti figurativi e narrativi pensati in armonia con il contesto architettonico e culturale della location dall’artista cinese Yu Hong, raccontano l'arco dell'esperienza umana - la nascita, la vita e la morte – con un terrore esistenziale di sottofondo che percorre l’intera serie. Attraverso le sue composizioni dipinte in modo raffinato ma cupo, Yu Hong propone una critica ai massicci cambiamenti sociali dovuti alla globalizzazione in Cina e nel mondo.
"The Spirits of Maritime Crossing "segna il debutto alla regia del professor Apinan Poshyananda, direttore artistico della Biennale d'Arte di Bangkok. In un’odissea spirituale da Venezia alla capitale thailandese, protagonista dell’opera è Marina Abramović che, attraverso l’incontro di figure simboliche e la visita di luoghi sacri, diventa l'incarnazione di un'apparizione alla deriva in perenne ricerca di un equilibrio della mente.
La mostra Joyful Sorrow di Chris Ofili si articola in due sedi: nuovi dipinti alla David Zwirner di Parigi e opere su carta alla Victoria Miro di Venezia. Entrambe esplorano L’Otello di Shakespeare, concentrandosi su metamorfosi, amore e influenza dell’esterno sul sé interiore. I suoi acquerelli veneziani, intitolati Othello – Reflection, riflettono la complessità emotiva del protagonista e includono figure intrecciate. Considerati dall’artista come autoritratti, esplorano l’empatia verso l’altro, rivelando un dialogo tra interno ed esterno grazie a cornici di legno intagliato e specchiato.
L’architettura palladiana dell’abbazia benedettina di San Giorgio Maggiore, situata sull’omonima isola, ospita l’artista belga Berlinde De Bruyckere e le sue sculture, appositamente concepite per la mostra City of Refuge III. La mostra, che prende il nome da una canzone di Nick Cave, ruota attorno a tre nuovi gruppi scultorei principali che interagiscono con la funzione e il simbolismo dell’ambiente sacro. Il tema dell’arte come santuario e luogo di rifugio è indagato in questa serie di installazioni di cui l’esposizione di Venezia rappresenta la terza tappa, dopo le prime due ambientate in Francia e Germania.
L’artista sudcoreano Lee Bae porta a Venezia un’esperienza suggestiva in cui la connessione tra uomo e natura è al centro, raccontata attraverso l’esplorazione di un rito centenario radicato nella cultura della Corea del Sud, chiamato “Moonhouse Burning”. L’artista rende partecipi i visitatori di questa celebrazione, attraverso proiezioni, installazioni e opere che trasformano lo spazio espositivo in una rappresentazione di speranza collettiva, invitando a riscoprire il legame dell’umanità con la natura e con le tradizioni folcloristiche, sempre meno considerate nella contemporaneità.
Eva Marisaldi, attiva dagli anni Ottanta, è nota per la sua capacità di osservare e tradurre il mondo in opere visive difficilmente classificabili, che spaziano tra installazioni, sculture, grafica e video. Con uno sguardo sulla sfera privata, la società e l’ambiente, crea micro-narrazioni in cui analogie e contrasti prevalgono sull’essenzialità narrativa. Il progetto per Casa Goldoni, ispirato al teatro e alla rappresentazione scenica, occupa l’intero spazio con opere che mescolano fantasia, poesia e ironia, esplorando l’opera di Goldoni.
L'esposizione Ernest Pignon-Ernest. Je Est Un Autre di Ernest Pignon-Ernest, realizzata nel contesto del programma Hors-les-murs della Fondazione, si tiene negli spazi Louis Vuitton di diverse città, tra cui Venezia. Le sue opere, che abbelliscono le città di tutto il mondo, esplorano il concetto dell’essere straniero attraverso interventi grafici che rivelano tensioni locali. Due opere dedicate alle poetesse Anna Akhmatova e Forough Farrokhzad, realizzate per la Biennale, accolgono i visitatori, mentre un'immagine centrale ricorda Pier Paolo Pasolini.
La collaborazione tra Sanlorenzo – leader mondiale della nautica di lusso – e Michelangelo Pistoletto e la sua Fondazione dà vita al progetto Third Paradise Quick Response, curato da Cristiano Seganfreddo, che sarà svelato in concomitanza con l’inaugurazione della Sessantesima Biennale d’Arte di Venezia. L'installazione, realizzata nei cantieri di Sanlorenzo, è composta da tre cerchi continui che rappresentano l'unione degli opposti e la sintesi di un equilibrio dinamico tra elementi in conflitto, con il proposito di accompagnare l'umanità nelle sfide epocali del mondo contemporaneo. Questo evento anticipa il lancio di Sanlorenzo Arts Venice nel 2025, un polo culturale e artistico, il cui restauro è curato da Piero Lissoni, destinato a emergere come punto di riferimento nel panorama culturale di Venezia nei prossimi anni.
Il 20 aprile apre finalmente le porte al pubblico Palazzo Diedo, nuovo spazio dedicato all’arte contemporanea di Berggruen Arts& Culture, che negli ultimi anni ha portato avanti il restauro dell’antico palazzo veneziano. Per l’occasione le sale espositive accoglieranno la mostra Janus, con undici interventi originali site-specific di artisti di fama internazionale come Urs Fischer, Piero Golia, CarstenHöller, Ibrahim Mahama, Mariko Mori, Sterling Ruby, Jim Shaw, Hiroshi Sugimoto, AyaTakano, Lee Ufan e LiuWei. Insieme alla mostra, ci saranno anche due progetti speciali curati da The Kitchen New York, che porta la personale dell’artista Rhea Dillon, e dalla Polaroid Foundation.
La più grande mostra personale di Pierre Huyge mai realizzata è tutta da scoprire a Venezia, dal 17 marzo al 24 novembre 2024, nelle sale di Punta della Dogana. Curata da Anne Stenne, l’esposizione presenta un grande numero di opere, in cui vengono esplorate le condizioni e possibilità di coesistenza e ibridazione tra entità diverse. I visitatori sono chiamati a immergersi nella visione dell'artista francese, che guarda al contesto della mostra come parte di un rituale in cui possono nascere nuove possibilità di relazione tra gli elementi che lo compongono.