Melania Trump presenta il suo ritratto ufficiale come First Lady. Il sorriso di porcellana, incrinato. Gli occhi che trafiggono l’obiettivo. Non più la moglie compiacente, l'ombra sbiadita di un uomo, il Presidente degli Stati Uniti. Ma la first lady, la donna.
Il tailleur è un’armatura scintillante. Le mani, artigli affilati, pronti a ghermire il potere. Washington le fa da sfondo e il suo obelisco diventa monito e promessa. Il potere, la meta ambita.
Da modella silente a first lady, un’evoluzione fragorosa. O forse, una rivoluzione silenziosa. Ma ripercorriamo la storia di alcune delle “First Lady” del passato.
Giuseppina di Beauharnais, la rosa creola il cui destino intrecciò il suo profumo esotico a quello di Napoleone. Imperatrice di Francia, donna di charme e di gusto, Giuseppina amava le vesti impalpabili, le stoffe ricamate, i gioielli sontuosi. Fu lei a lanciare la moda dello stile "impero", con quei tagli lineari e i colori tenui che celebravano la classicità. Un’eleganza raffinata, perfetta per una sovrana che, pur non essendo di sangue reale, seppe conquistare il cuore di un impero.
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L’opera di François Gérard coglie appieno questa sua essenza: un ritratto di sobria magnificenza, dove l’abito bianco, simbolo di purezza e di regalità, si fonde con la figura, creando un’immagine di eterea bellezza. Il gesto della mano, appena accennato, e lo sguardo rivolto verso l’orizzonte suggeriscono una personalità complessa, capace di sognare un futuro di gloria.
Proseguiamo con Teodora, moglie di Giustiniano, l’imperatrice bizantina, un mosaico di potere e di bellezza. Nata da umili origini, Teodora divenne l’Augusta di un impero vastissimo, esercitando un’influenza politica e culturale senza precedenti. Il suo amore per i fasti, per i tessuti preziosi, per i gioielli elaborati, si riflette nei mosaici di Ravenna, dove Teodora è ritratta con un diadema scintillante e un manto regale. Un’immagine di maestà e di potere, simbolo di una donna che seppe farsi strada in un mondo di uomini.
I mosaici di San Vitale sono un’esplosione di colori e di dettagli preziosi, un inno alla magnificenza della corte bizantina. Teodora, raffigurata con un corteo di dame, è al centro della scena, con il suo sguardo fiero e consapevole. L’oro, i gioielli e le vesti riccamente decorate esaltano la sua figura, simbolo di un potere assoluto, sia politico che religioso.
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Nel XVI secolo incontriamo Caterina de’ Medici, la dama nera, l’astuta reggente di Francia, discendente di una delle famiglie più potenti d’Europa, fu una donna di potere, capace di destreggiarsi tra le intricate trame della politica francese. Il suo stile era sobrio, ma non privo di eleganza. Amava il nero, il colore del lutto e della corte, ma anche simbolo di potere e di autorità. Fu lei a introdurre in Francia l’uso del corsetto, che modellava la figura femminile in forme nuove, più rigide e aristocratiche.
Il ritratto di Caterina de’ Medici, eseguito da Germain Le Mannier, è un documento prezioso per comprendere il ruolo e l’immagine di questa figura storica nella Francia del Cinquecento. L’opera non è solo un’effigie, ma uno strumento di propaganda e autoaffermazione del potere mediceo in terra francese.
Il volto di Caterina, pur segnato da una certa malinconia, esprime soprattutto risolutezza e consapevolezza del proprio status. Lo sguardo, diretto e intenso, comunica autorità e controllo. Non vi è traccia di fragilità o sottomissione, ma piuttosto la volontà di imporsi in un contesto politico e sociale complesso.
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L’abbigliamento, con la sua ricchezza e fastosità, è un chiaro indicatore della sua posizione sociale. Il velluto, le perle, i ricami, il colletto alto e i polsini di pelliccia sono tutti elementi che rimandano all’aristocrazia e al potere. La cintura gioiello, poi, sottolinea ulteriormente la sua ricchezza e il suo stato elevato.
Lo sfondo, volutamente sobrio, mette in risalto la figura di Caterina, epicentro dell’immagine. Gli elementi secondari, come il libro e il ventaglio, suggeriscono interessi culturali e raffinatezza, ma non distraggono dall’elemento centrale: la figura della sovrana.
Nel XVII secolo la Francia fa la conoscenza di Maria Teresa d’Asburgo, infanta di Spagna e del Portogallo e arciduchessa d’Austria.
Maria Teresa, sovrana illuminata e madre di sedici figli, incarnava l’idea della donna forte e pragmatica, capace di coniugare doveri di Stato e affetti familiari. Il suo stile era semplice, ma curato. Prediligeva abiti comodi, adatti a una vita intensa e dinamica. Un’eleganza senza fronzoli, simbolo di una donna che, pur indossando la corona, non dimenticava di essere madre.
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Il ritratto di Martin van Meytens celebra la sua figura circondata dai figli, Maria Teresa appare serena e autorevole, emblema di una famiglia unita e di un impero solido. L’opera è un’esaltazione della dinastia asburgica, ma anche un ritratto intimo e familiare, che rivela il lato umano di una donna al potere.
Cinque donne, cinque storie, cinque stili diversi, ma tutte accomunate da un’aura di potere e di carisma. Cinque “First Lady”.
Immagine di apertura: Régine Mahaux, Ritratto ufficiale della First Lady Melania Trump. Courtesy The White House