Vi ricordate quei misteriosi monoliti che iniziarono a comparire a fine 2020, prima nel deserto dello Utah poi in vari luoghi del mondo, dalla Romania, all’Olanda e all’Isola di Wight? Lo stesso anno, in piena pandemia, anche sei studenti del Politecnico di Milano, durante il laboratorio di sintesi finale del terzo anno in Design della Comunicazione, stavano progettando il loro monolite. La loro riflessione, portata avanti nell’ambito dello Speculative Design, non riguardava forme di vita aliene o messaggi cifrati, ma un tema tragicamente ben più vicino in quel momento a Milano: la morte.
Micromort, il progetto di una valuta basata sulla morte
Con un tocco di dark humor, che male non fa, un gruppo di giovani designer rappresenta in modo interattivo il diverso valore dato alla morte nei vari angoli del mondo.
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- Silvia Dal Dosso
- 05 ottobre 2021
Micromort è una valuta immaginaria che attribuisce un valore economico alle morti accidentali in relazione alla nazionalità delle singole vittime. Il team di sei studenti ha deciso di strutturare la sua speculazione partendo da Hades 2.0, un semplice algoritmo, appositamente progettato, che tenga conto “del numero di morti per cause non naturali di una determinata nazione, del PIL pro Capite e della popolazione totale di tale paese”, interagendo con un database molto ricco, che attinge dalle banche dati pubbliche di organizzazioni come la World Health Organization o la World Data Bank, elaborando un totale di 21.000 dati.
Lungi dalla presunzione di voler definire un valore che di per sé dovrebbe includere variabili quasi infinite, Micromort è da intendere come il punto di partenza alla costruzione di una “macchina comunicativa” disegnata, programmata e costruita interamente da loro: un “monolite della borsa valori” composto da 16 schermi e 4 strisce LED, coordinati da 4 schede Arduino, e un monitor touch attraverso il quale i visitatori possono consultare un’ampia serie di visualizzazioni dati e trarre le loro conclusioni. Come cambia il valore della vita o meglio qual è il prezzo della morte stato per stato? E come influiscono fattori come la copertura mediatica o la vicinanza culturale e territoriale con la nostra percezione valoriale delle catastrofi?
Il laboratorio ha l’obiettivo di “creare dei progetti che escano dall’ambito universitario e abbiano risonanza su un pubblico reale”, e difatti il monolite di Micromort è stato esposto durante “The Lost Graduation Show”, una delle mostre più attese del Supersalone. Come riconosce Giacomo Scandolara, uno dei docenti che insieme a Francesco Ermanno Guida, Pietro Buffa e Andrea Braccaloni segue gli elaborati, le “esposizioni sono utilissime a stressare i prototipi”.
In presenza del monolite, tra le scritte che scorrono sui LED e le immagini video provenienti da una serie di eventi campione vicini e lontani, come l’attacco alle Torri Gemelle (2001), lo tsunami avvenuto a Sri Lanka (2004), il terremoto di Haiti (2010), le guerre civili di Libia (2011) e Siria (2012), le guerre di Iraq (2014) e Donbass (2015), e la strage terroristica di Nizza (2016), si ha effettivamente l’impressione di quanto il prezzo della morte possa variare velocemente e in modo inaspettato, non solo da stato a stato, ma anche da un anno all’altro.
Come il team di Micromort è stato costretto a constatare in corso d’opera: “quando il progetto è stato pensato, del Covid non vi era ancora nessuna traccia, eppure la prima cosa che ci siamo chiesti quando la pandemia ha preso piede è stata proprio come sarebbe cambiato il prezzo della morte, e come il Covid avrebbe impattato sull’ecosistema Micromort”. Niente di più calzante in un momento in cui i governi si sono ritrovati letteralmente a dover pesare sulla bilancia del compromesso attività economiche, libertà sociali e numero di morti che uno stato è disposto ad accettare. In vista della catastrofe climatica e dei sempre più frequenti eventi climatici estremi, strumenti come la visualizzazione e l’analisi dati, così come la loro diffusione attraverso l’experience design, potrebbero rivelarsi un contributo utile a una presa di coscienza oggi più che mai necessaria.
Per questo il team Micromort si mostra aperto a collaborazioni future. Tra gli obiettivi c’è quello di ampliare le capacità del monolite introducendo la possibilità di consultare “dati live e fluttuazioni in tempo reale”. Il team desidererebbe inoltre mettere il progetto a disposizione di “data analysts, o esperti che possano permetterci di scoprire pattern di dati che non ancora individuati”. Per chiunque volesse unirsi al progetto, tutte le evoluzioni saranno rese disponibili al sito micromort.org.
Micromort è una valuta immaginaria che mette in relazione la nazionalità al valore economico e sociale della morte. “Il progetto intende sottolineare come la morte abbia un valore sociale diverso a seconda di dove è avvenuta o di chi ne è stato coinvolto”.
Il prezzo di ogni singolo decesso nel mondo viene calcolato grazie a un algoritmo che raccoglie ed elabora più di 21.000 dati, provenienti da database pubblici accessibili provenienti da: World Health Organization, Global Health Data Exchange, Country Economy, World Data Bank, Population Pyramid e Index Mundi.
Durante la progettazione del monolite, basata sull’User Centered Design, “l’utente è stato coinvolto sin dalla definizione della struttura, ed è anche grazie alle risposte ricevute dalle oltre 240 persone che hanno compilato il modulo che si è stati in grado di realizzare un prodotto di comunicazione efficace ed efficiente”.
L’interfaccia fruibile da touch screen è composta da un globo tridimensionale, una timeline e una lista di nazioni. Navigando sul globo tridimensionale l’utente può consultare i dati raccolti paese per paese, mentre una serie di finestre pop-up lo informano sulle variazioni di prezzo e del numero di morti nel tempo, e delle “notifiche” segnalano ulteriori informazioni su 8 particolari casi studio.
L’interazione si concentra su otto avvenimenti storici campione scelti dal team per essere il più possibile vari nel tempo e nella provenienza: 2001 Torri Gemelle, USA; 2004 tsunami, Sri Lanka; 2010 terremoto, Haiti; 2011 guerra civile, Libia; 2012 guerra civile, Siria; 2014 guerra, Iraq; 2015 Guerra del Donbass, Ucraina; 2016 Strage di Nizza, Francia.
Confrontandosi in corso d’opera con le conseguenze legate all’avvento del Covid-19, il team ha deciso di giustapporre il “prezzo della morte” a degli oggetti che si sono rivelati particolarmente necessari durante la pandemia: “Maschere chirurgiche, guanti, disinfettanti, tamponi, acqua e sapone sono solo alcuni degli elementi simbolici del 2020: ognuno di essi è diventato indispensabile per proteggersi dal coronavirus, ma d’altra parte ognuno di essi ha anche un prezzo – più o meno alto – che varia da nazione a nazione. In Italia, per esempio, le maschere chirurgiche hanno un prezzo di 0,60 euro. Il prezzo del Micromort italiano è attualmente di 42,65 euro. Così, la morte, e con essa la vita, vale 71 volte una maschera chirurgica in Italia”.