Un’ultima festa conclude il tempo liturgico del Natale: la festa del Battesimo di Gesù. Dopo la solennità dell’Epifania, festa in cui si ricorda la visita dei Magi a Betlemme con doni per il Cristo appena nato, la chiesa celebra l’episodio del Battesimo di Gesù, narrato nel Vangelo secondo Matteo (3,13-17), secondo Marco (1,9-11) e Luca (3,21-22).
“Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo ‘Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me’. Ma Gesù rispose: ‘Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia’ Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio di vendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: ‘Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento’”.
Piero Della Francesca esegue fedelmente la scena nel dipinto Battesimo di Cristo. Al centro del dipinto troviamo il Cristo, perfettamente allineato con la colomba, simbolo dello Spirito Santo, proprio sopra di lui.
Piero descrive Gesù dandogli le sembianze di un’antica scultura, perfetto nella sua fisicità e austero nella posa. Alla destra troviamo San Giovanni Battista che indossa una veste di pelle quasi a brandelli mentre alla sinistra della scena l’artista inserisce tra figure, tre angeli che assistono all’evento. Quello con un drappo rosa sulla spalla, seminascosto dall’albero, elemento inserito come simbolo di vita, guarda dritto verso lo spettatore creando così un dialogo con l’opera, dove il fedele, il fruitore, partecipa alle scritture.
Sullo sfondo, quasi nascosti, appaiono dei farisei e uno di loro, il più vecchio, indica il cielo con il braccio destro, puntando alla colomba sospesa sul Cristo. All’estrema destra, poco più avanti nel campo prospettico dei farisei, un neofita si spoglia per essere a sua volta battezzato: un momento di realismo in una scena intellettualmente concepita, dove tutto appare costruito con estrema maestria geometrica, dove linee di forza prendono la forma di corpi.
L’opera infatti appare composta da spazi e forme geometriche: una semicirconferenza, al centro della quale l’artista colloca la colomba, le cui ali si distendono lungo il diametro. Sull’asse verticale si distribuiscono colomba, mano e coppa del Battista.
Un ruolo fondamentale gioca il corpo di Cristo, dal cui ombelico sembrano coincidere e incontrarsi delle diagonali che partono dai lati più estremi in basso della tavola sottolineati dalla gamba del Battista.
Piero era un pittore molto colto e un finissimo intellettuale, che amava costruire le scene di tutti i suoi quadri secondo precisi criteri geometrici e proporzionali.
Scrisse un testo tra gli anni ’60 e 80 del 1400: il De corporibus regularibus.
“Era per lui la figura umana come un'architettura, e le sue architetture dipinte respirano nello spazio col ritmo con cui l'uomo respira. Questo sovrano dell'arte e della scienza pittorica, costruttore d'uomini e di donne che sembrano tutti destinati a comandare o a regnare, modelli d'umanità, per l'intrepidezza dell'animo, la dignità del portamento, la bellezza del volto, la semplicità maestosa delle vesti, questo sovrano, dico, ha informato del suo esempio la pittura ferrarese.”
Ugo Ojetti