Era il 7 di ottobre del 1571 quando Don Giovanni d’Austria, figlio di Carlo V d’Asburgo, fece schierare le navi in formazione serrata nel golfo di Corinto, vicino alla cittadina di Lepanto. A fronteggiarsi la flotta della Lega Santa, un’alleanza tra lo Stato della Chiesa, la Spagna e le repubbliche di Venezia e Genova, contro la flotta turca. Le navi cristiani, o per meglio dire le galee cristiane, risolsero lo scontro in circa sette ore. Era il 7 di Ottobre, un giorno epico, uno scontro tra Occidente e Oriente: la battaglia di Lepanto.
Ambrose Bierce, nel suo Dizionario del Diavolo definisce così la parola battaglia: Battaglia (s.f.). Metodo per sbrogliare coi denti un nodo politico per cui la lingua non basta.
Sulla scia dell’attualità nella guerra tra Russia e Ucraina ripercorriamo attraverso celebri opere d’arte questo scontro così noto.
Eseguita dalla bottega di Paolo Cagliari, detto il Veronese, su disegno e direzione del maestro, la tela commemora la vittoria della Lega Santa contro la flotta turca, raccontando nel particolare il ruolo chiave svolto dalle navi veneziane.
La Serenissima, Venezia, è raffigurata come una donna vestita di bianco, introdotta al cospetto della Vergine dai santi Giustina e san Marco, mentre sulla sinistra vengono inseriti San Pietro e San Rocco. I raggi luminosi al centro della scena, proprio sotto la nuvola divina, sottolineano il favore dei santi e di Dio, mentre le ombre trascurano le navi nemiche. Il registro inferiore, quello della battaglia, appare ritmico ma allo stesso tempo scomposto, in netto contrasto con quello superiore.
La schiera di angeli, proprio dietro i santi, sembra incoraggiare quello più a destra descritto con la veste di colore rosso, a scagliare frecce contro le navi turche.
Una rappresentazione divina, alta, argomentata da un deus ex machina che tutto risolve.
Una tela affollata di navi, armamenti e soldati è quella di Jacopo Robusti detto il Tintoretto. Una composizione intelligente, ben studiata, prospettica e trionfale.
Le sontuose galee avanzano fiere, tutto è dettagliato, ogni parte è minuziosamente descritta, proprio a simboleggiare l’importanza dell’evento.
L’ordine delle flotte è sconvolto mentre quelle in lontananza appaiono più pazienti. Ad un primo sguardo la scena è convulsa pur essendo estremamente ordinata. Tintoretto cambia soggetti ma non si allontana dal suo stile dove tutto appare magnificente, dove tutto gira con compostezza.
Era il 7 di Ottobre del 1571, un giorno che ha cambiato un’era, segnato un momento. Una vittoria attesa e una pace sperata.