Come potremmo vivere un paesaggio che non potremmo attraversare? Come possiamo trasmettere nuove dimensioni di un luogo che diventa leggenda? E come possono le fotografie trasmettere impressioni fisiche e psicologiche? In due anni, Antonio Rovaldi (1975, Parma) ha cercato risposte a queste domande attraverso la fotografia. Quindi ha collaborato con la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea (GAMeC) di Bergamo e ha vinto una borsa MiBACT. La sovvenzione ha reso possibile il resto del progetto.
La New York marginale di Antonio Rovaldi
Al GAMeC di Bergamo è allestito un progetto fotografico particolarissimo, che ripercorre un attraversamento di Manhattan lungo la Broadway.
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- Ginevra Bria
- 10 marzo 2020
- Accademia Carrara / Ala Vitali
Realizzata grazie al sostegno di Italian Council (2019)
Realizzata grazie al sostegno di Italian Council (2019)
Realizzata grazie al sostegno di Italian Council (2019)
Realizzata grazie al sostegno di Italian Council (2019)
Realizzata grazie al sostegno di Italian Council (2019)
Realizzata grazie al sostegno di Italian Council (2019)
Realizzata grazie al sostegno di Italian Council (2019)
Realizzata grazie al sostegno di Italian Council (2019)
Realizzata grazie al sostegno di Italian Council (2019)
Realizzata grazie al sostegno di Italian Council (2019)
Realizzata grazie al sostegno di Italian Council (2019)
Realizzata grazie al sostegno di Italian Council (2019)
Fino al 17 maggio 2020 presso la sede dell'Accademia Carrara a Bergamo, è stato costituito il secondo capitolo del progetto “End. Words from the Margins, New York City”, promosso dal GAMeC in collaborazione con l'Università di Harvard (Graduate School of Design), il Kunstmuseum di San Gallo e il Magazzino Italian Art in Cold Spring (NY), con cui l'artista ha ottenuto il sostegno della quinta convocazione del Consiglio italiano.
Il fascino di Rovaldi per il paesaggio di New York risale a un giorno del 2007, quando ha camminato per tutta la lunghezza della Broadway di Manhattan, dai grattacieli meridionali dell'isola al grezzo parco più settentrionale di Inwood, ancora associato al nome nativo, Shorakkopoch. È arrivato un collega artista e un altro ha documentato l'avventura in video. Alla fine di quella faticosa maratona, gli amici furono sorpresi di sentire il vuoto tock-tock-tock di un picchio. L'avventura collaborativa e multimediale ha prefigurato questa nuova mostra. In effetti, i picchi sono presenti nella mostra in paesaggi sonori registrati, udibili attraverso le cuffie.
A cura di Lorenzo Giusti, direttore del GAMeC, insieme a Steven Handel, Visiting Professor di Ecologia presso la Harvard Graduate School of Design, e Francesca Benedetto, critica del design, la mostra — come il progetto stesso — costituisce un elogio del risveglio, del attraversamento fisico del più marginale degli spazi, e si basa sull'idea che è proprio da questi limiti - non solo geografici ma anche politici e antropologici - che può essere sviluppata una rinascita coscienziosa della società. Il display presenta anche il video The Rest of the Images, realizzato in collaborazione con la regista Federica Ravera: filmati che documentano le pratiche dell'artista e, allo stesso tempo, la stretta relazione tra camminare, l'immagine fotografica e la costruzione di una sequenza.
foto Antonio Maniscalco
foto Antonio Maniscalco
foto Antonio Maniscalco
foto Antonio Maniscalco
foto Antonio Maniscalco
foto Antonio Maniscalco
Cinque passeggiate. New York, 2017-2020 nasce dalla collaborazione tra l'artista e il sound designer Tommaso Zerbini e, attraverso un flusso costante di voci e suoni, fornisce l'immagine di una geografia elastica in cui i bordi si allungano a poco a poco, si fermano dopo si fermano, con il ritmo lento e riflessivo di una lunga camminata. La prima delle due sculture in bronzo rappresenta la forma di un limulus (o granchio a ferro di cavallo): una creatura pleistocenica. Il secondo raffigura i resti di una tastiera trovata lungo una spiaggia di Staten Island che, posizionata verticalmente su un piedistallo come un monolite in miniatura, può apparire allo stesso tempo reminiscenza di una divinità antica e futura: un oggetto devozionale proveniente da una città immersa in le acque grigie dell'oceano.
- Antonio Rovaldi. Il suono del becco del picchio
- Dal 13 febbraio al 17 maggio, 2020
- Lorenzo Giusti
- Accademia Carrara / Ala Vitali
- GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo Via San Tomaso, 53, 24121 Bergamo