Che i nostri smartphone ci segnalino come ormai sia tempo di uscire dalla fantascienza, non è esattamente notizia dell’ultimo minuto. Nella continua riflessione riguardo i confini dell’umano, i bot e la loro azione sono ormai realtà, una questione sociologica con effetti sulla realtà, fenomeni socio-tecnici la cui efficacia richiede e provoca reazioni ed immaginazioni nuove e multiformi.
I bot, programmi che eseguono task in automatico sulla base di un codice, a cui spesso vengono date caratteristiche umane – nomi, voci, a volte corpi – completano e talvolta sostituiscono l’operato e il lavoro umano, dando così forma tanto a strutture virtuali quanto ad altre più analogiche.
The Influencing Machine
opere e vedute dalla mostra con cui nGbK misura le distanze tra umano e bot.
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Laura Yuile, Objects for the Street, 2018, in “The Influencing Machine”, nGbK, Berlino, 2018. Foto: S. Neumeyer
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Laura Yuile, Objects for the Street, 2018, in “The Influencing Machine”, nGbK, Berlino, 2018. Foto: S. Neumeyer
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Come fanno i bot e i dati a direzionare la politica, la partecipazione e il sapere? Come possono logiche razziste o sessiste riprodursi e intensificarsi su piattaforme digitali e sui social network?
Cosa significa il valore del lavoro e l’operato umano se le transazioni, le comunicazioni e le decisioni sono sempre più frequentemente messa in atto da sistemi completamente automatizzati? Quali immaginari culturali vengono prodotti dal rapporto uomo-macchina?
Queste sono le domande che strutturano “The Influencing Machine”, la mostra curata al nGbK che riunisce posizioni differenti nell’arte contemporanea, orientate all’esame della progressiva automazione e datafication del nostro habitat.
Avatar che parlano al posto di social media moderator, ossia di persone travestite da algoritmi; la negoziazione del tempo e dei gesti nel lavoro contemporaneo (dai magazzini di Amazon e dai lavoratori di Apple in Cina fino ai traduttori freelance e ai corrieri).
Alan Turing che esplora uno scenario privo di terra partendo alla deriva su una zattera per un’ultima ricerca; schermi dei pc come mercato immobiliare per sollecitatori di azioni; un administrator assente che emerge da un graduale atto di furto.
Ancora, auto-alienazioni giocose che fanno capire infine come esistano saperi non umani, elettrodomestici stupidi, vecchi, malfunzionanti che diventano smart e vengono rivestiti di perle decorative.
Le componenti e i risvolti principali della influencing machine sono messi in mostra e in critica. Il pubblico è introdotto alla messa in questione della propria posizione nella vicenda: una pratica che in nessuna maniera può ancora essere considerata come gioco fantascientifico.
- Mostra:
- The Influencing Machine
- A cura di:
- Vladimir Čajkovac, Kristina Kramer, Bettina Lehmann, Sophie Macpherson, Tahani Nadim, Neli Wagner
- Artisti:
- Anna Bromley, Kajsa Dahlberg, Egemen Demirci, Fabien Giraud & Raphaël Siboni, Fokus Grupa, Eva & Franco Mattes, Mimi Onouha & Mother Cyborg, Sascha Pohflepp & Chris Woebken, Tactical Tech, Jane Topping, Sarah Tripp, Clement Valla, Laura Yuile
- Luogo:
- nGbK - neue Gesellschaft für bildende Kunst
- Indirizzo:
- Oranienstraße 25, 10999 Berlin
- Date d'apertura:
- fino al 20 Gennaio 2019
- Libro:
- "The Influencing Machine" (ISBN: 978-3-938515-74-7)