I giganti indomiti e de-monumentalizzati dei Gelitin hanno definitivamente lasciato i tre ambienti della Cisterna. Un cielo grigio accoglie tre oscuri presagi, tre installazioni strutturalmente esoteriche di Laura Lima (1971, Brasile) che rappresenta il quarto passaggio, di pensiero e di azione, del progetto espositivo concepito dal trio curatoriale Thought Council (Shumon Basar, Elvira Dyangani Ose e Dieter Roelstraete) in Fondazione Prada, a Milano.
Laura Lima. L’ultima leggera agitazione in Fondazione Prada
L’artista brasiliana conclude il ciclo di interventi installati all’interno della Cisterna. Una serie di artisti e lavori dal titolo “Slight Agitation”.
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- Ginevra Bria
- 16 luglio 2018
- Milano
Si tratta, per la quarta volta, della nuova apertura del progetto dal titolo “Slight Agitation”. Nell’arco di diversi mesi, facendo propria la citazione “une légère agitation”, dello storico francese Fernand Braudel, il Thought Council ha convocato artisti accomunati da pratiche estremamente differenti, in termini filosofici e compositivi, ma invariabilmente legate, le une alle altre, dall’intenzione di interferire con le planimetrie sensoriali dei visitatori, sovvertendo la capacità di orientamento e di lettura degli orizzonti fisici di spazi tanto caratterizzati in Fondazione Prada.
Dopo la politica dell’emancipazione di Tobias Putrih (Slovenia, 1972), dopo le forzature percettive di Pamela Rosenkranz (Svizzera, 1979) e i risvolti antinomici, nonché le architetture beffarde, del collettivo austriaco Gelitin, lo spazio interno al cortile della Fondazione pone, ancora una volta, l’opposto del limite, a guardia delle potenzialità monumentali della mente di un artista.
Nel caso di “Slight Agitation 4/4”, è stata convocata, infatti, un’artefice sciamanica che con la sua pratica si schiera in costante, continua lotta contro la gravità, teoretica e fisica; contro le forze che governano leggi invisibili, formule che dominano l’apparenza del mondo organico e inorganico. Laura Lima lavora da decenni sulla reversibilità dei gradi universali di ordine e di causa, di follia e decadenza, dimensioni che creano processi in equilibrio tra creazione e distruzione, certezza e fragilità, sospensione e riaffermazione della presenza umana sulla terra. I suoi lavori, inoltre, non sono improntati per assumere un valore performativo, in quanto si inseriscono in ogni luogo come inneschi di ritualità e tracce di un’umanità apotropaica. Non diversamente, a Milano, la Cisterna permette all’artista di infondere una prosecuzione alla materia, qui apparentemente resa eterna – e per questo, forse, occulta – interstiziale nei confronti di qualsiasi chiusura presentata dal perimetro degli spazi, dai muri in cemento armato. Il risultato finale è la nascita di tre interventi a servizio dell’assurdità, dell’epica del Caso.
In Slight Agitation 4/4, a shamanic artificer was evoked to bring her forefront practice in a constant, continuous struggle against gravity
Si tratta dell’impenetrabile Bird (2016), dell’inarrestabile Pendulum (2018) e dell’insormontabile Telescop e (2018). Questa triade presenta non solo tre differenti masse immaginarie, all’interno dei relativi ambienti che li separano, ma anche tre diverse modalità di avvicinamento/attraversamento delle installazioni, invitando l’osservatore a elaborare quel che in termini astronomici è definito “sizigia”, una configurazione in linea retta di tre corpi celesti in un sistema gravitazionale. Ognuno degli elementi rappresentati assume le sembianze di un’analogia: l’uccello diventa un enorme cavallo piumato, la classe di astronomia si trasforma in uno spazio dedicato all’indagine collettiva, mentre al pendolo è stato fissato un dipinto che non conosce origine.
In ultimo, al primo piano della struttura precaria di Telescope (2018), è consigliato in-seguire, alle 12.30 oppure alle 17 di ogni giorno, i due seminari di astronomia della durata di mezz’ora, ideati dagli scienziati del Planetario di Milano. Per poi arrivare a livello superiore a guardare attraverso un telescopio, non propriamente modificato per distinguere quel che realmente esiste.
Immagine di apertura: ritratto di Laura Lima, 2018. Foto Ugo Dalla Porta
- Slight Agitation 4/4
- Laura Lima
- Fondazione Prada
- Thought Council
- 15 giugno – 22 ottobre 2018
- Largo Isarco 2, Milano