Nonostante nelle prime edizioni la fiera stentasse a trovare un proprio unicum e le opere moderne e contemporanee fossero presentate negli stand senza un modello curatoriale preciso, anno dopo anno riesce a raccogliere il consenso dei collezionisti mediorientali; in poco tempo inizia a formarsi un gruppo di collezionisti e appassionati locali che, con il loro impegno, danno avvio a una prima forma di sistema dell’arte. È a questo punto che si rende evidente la necessità per le gallerie di avere uno spazio adeguato. E i tempi del resto sono ormai maturi per un cambiamento.
La sua eco arriva lontano. Leila Heller da New York, la sceglie per aprire la seconda sede della sua galleria. La più grande della UAE. L’idea, sin dall’inizio, è quella di operare su un doppio modello espositivo finalizzato all’incontro della visual art di matrice extra occidentale con quella occidentale. Le mostre: Bill Viola e Rashid Rana; Michelangelo Pistoletto e Y. Z. Kami. Così come Ghada Amer, signora egiziana dell’arte, e lo scultore inglese Toni Cragg.