Simon Starling, The Inacessible Poem

La mostra è un dialogo tra opere provenienti da ambiti diversi, arte e astronomia, che produce un fertile spaesamento.

Se ci staccassimo dalla consapevolezza di trovarci all'interno di uno spazio espositivo, ciò che proveremmo, a un primo approccio con la mostra di Starling alla Fondazione Merz di Torino, potrebbe essere la sensazione di venire "spostati" dalla nostra centralità di umani nel mondo. Al tempo stesso il Pianeta Terra, su cui i nostri corpi poggiano a causa della forza di gravità, potrebbe apparirci l'involucro di una storia e un tempo lontani: un corpo estraneo, a cui non apparteniamo più. L'aggettivo inaccessibile, contenuto nel titolo della mostra, in qualche modo sembra venirci in soccorso rispetto a queste prime impressioni, così difficili da decifrare. Simon Starling, come un regista, ha elaborato una drammaturgia perfetta per una mostra che orchestra, insieme al suo lavoro, anche opere di Mario Merz, Faivovich & Goldberg, Sture Johannesson, James Nasmyth – James Carpenter. L'elenco non è interamente riconducibile all'ambito propriamente artistico, ma si allarga al mondo della scienza e dell'astronomia. Il punto di partenza, infatti, è dato dal lavoro di due astronomi, Carpenter e Nasmyth, i quali nel 1874 realizzarono alcuni disegni della superficie lunare, dopo averla osservata a lungo attraverso un telescopio.

In apertura: Mario Merz, Spostamenti della terra e della luna su un asse, 2003, triplo igloo: strutture metalliche, vetro, pietra, neon, morsetti, creta; Ø 600 cm, 500 cm, 300 cm. Coll. Merz, Torino. Con: Simon Starling, 1,1,2, 2011; 1 blocco con taglio grezzo e 2 blocchi di marmo di Carrara tagliati con CNC (controllo numerico computerizzato), imbracatura, sistema di pulegge, corda, cavo, ceppi; dimensioni variabili. courtesy l’artista e Galleria Franco Noero, Torino.
Qui sopra: Faivovich & Goldberg, Los hoyos del Campo del Cielo y el meteorito, 2011; Da Vol III: Mesón de Fierro (work in progress), Courtesy l’artista. Fotografia: Paolo Pellion

Non esistendo ancora una strumentazione fotografica adeguata, Carpenter e Nasmyth ricostruirono, attraverso la memoria delle loro lunghe osservazioni, piccoli modellini che a loro volta vennero fotografati e qui riproposti in una serie che ci spinge verso la direzione più viscerale dell'arte: quella della sua veridicità, in accordo coi codici di bellezza e purezza dell'opera. Con un gesto preciso e studiato, su queste meravigliose visioni lunari che Starling ci ripropone, si posa l'eterno dibattito intorno al rapporto tra arte e scienza, tra arte e tecnologia.

Simon Starling, Under Lime, 2009; ramo di albero di tiglio, montacarico azionato con una motosega, dimensione variabile. Courtesy l’artista e neugerriemschneider, Berlino. Fotografia: Paolo Pellion

The Inaccessibile Poem comprende anche l'opera di Mario Merz Spostamenti della terra e della luna su un asse (2003), la tripla scultura-igloo che conferisce alla lettura dell'intero progetto di Starling una prima idea di illusorietà, al fine di creare un nuovo equilibrio tra forma e pensiero. Idea che s'intreccia con l'opera site specific realizzata da Starling, 1,1,2 nata sulla suggestione della serie numerica di Leonardo Fibonacci. L'opera composta di tre parti, è la traduzione plastica della regola matematica dell'1, 1, 2. Due sospensioni composte di un singolo blocco di marmo di Carrara che scende dall'alto tenuto insieme da cinghie e corde, e una sospensione composta da due blocchi, tagliati col CNC (Controllo numerico centralizzato). In questo modo Starling traduce e converte un pensiero matematico, trasformando e sovvertendo la sua funzionalità.

Il calore che unisce queste opere è il risultato di una costellazione visualizzata da Starling nella sua galassia speciale, che conservando il proprio splendore nel riflettere il mondo, suggerisce un messaggio sociale
Simon Starling, 1,1,2, 2011; 1 blocco con taglio grezzo e 2 blocchi di marmo di Carrara tagliati con CNC (controllo numerico computerizzato), imbracatura, sistema di pulegge, corda, cavo, ceppi, dimensione variabile. Courtesy l’artista e Galleria Franco Noero, Torino. Fotografia: Paolo Pellion

La stessa intensità la ritroviamo nella scelta di inserire all'interno di questo percorso conoscitivo, fatto di ricerca e manipolazione, di indagine e di scoperte, il progetto El mesòn de fierro di Faivovich & Goldberg. Una documentazione fotografica ripercorre alcuni momenti di una delle tante missioni destinate alla ricerca di un leggendario meteorite (El mesòn de fierro) mai rinvenuto, a segnare una tappa che il duo argentino ha inserito all'interno di un progetto più ampio dal titolo Guide to Campo Cielo. Un frammentato diario volto a ricostruire una geografia dei meteoriti caduti nella provincia del Chaco, a nord dell'Argentina, e a rintracciare il loro percorso sulla Terra dal momento in cui sono diventati parte di essa. Anche qui, l'attenzione verso l'immortalità, verso la segretezza e il mistero della storia, verso la trasformazione della materia, sono elementi che permettono una relazione intima fra l'immaginario e la realtà, mettendo in dubbio il senso del racconto ma accentuandone la sua portata poetica.

James Nasmyth e James Carpenter, Illustration for The Moon: Considered as a Planet, a World, and a Satellite, 1874 25 stampe Woodbury-type incorniciate, 70 x 62 cm cad. Courtesy Simon Starling. Fotografia: Paolo Pellion

Il tentativo di accumulare informazioni relative a una storia precisa, mescolandole secondo un principio di fictionalizzazione, è ciò che caratterizza anche la realizzazione del recente video di Starling: Project for a Masquerade. Il plot, complesso ed esilarante, è una mescolanza di personaggi e storie con la trama originale di un'opera del teatro No giapponese, intitolata Eboshi-ori. Il cast è composto da reali personaggi della pièce orientale e protagonisti provenienti dal mondo dell'arte, della scienza e del poliziesco, che prendono forma per mano di un prestigioso realizzatore di maschere giapponesi intagliate nel legno: un improbabile James Bond, Antony Blunt, la spia russa, il Colonello Sanders, proprietario di una catena alimentare del Kentucky che produce pollo fritto, Joseph Hirshom, uno dei più importanti collezionisti del nord est americano, invischiato in un giro illegale di estrazione dell'uranio in Canada. E naturalmente Henry Moore, lo scultore inglese al quale si ispira la produzione di questo lavoro, nato a seguito di minuziose ricerche che Starling ha portato avanti sull'opera Atom Piece/Nuclear Energy (1963). Una splendida metafora che attraverso la drammatizzazione e la messa in scena, mette in evidenza topos della storia, dalla Guerra Fredda agli intrecci internazionali legati alla nascita e all'utilizzo della bomba atomica.

Simon Starling, Project for a Masquerade (Hiroshima), 2010; film 16 mm trasferito in HD, proiettore HD, media player, altoparlanti, durata: 25'54". Courtesy l’artista e Galleria Franco Noero, Torino. Fotografia: Paolo Pellion

Il calore che unisce queste opere è il risultato di una costellazione visualizzata da Starling nella sua galassia speciale, che conservando il proprio splendore nel riflettere il mondo, suggerisce un messaggio sociale. Il nostro sguardo si volta costantemente indietro, pesca nella memoria più visionaria, per tornare sulla terra più vero e reale di prima. Martina Angelotti

Simon Starling, The Inacessible Poem
fino al 15 gennaio 2012
Fondazione Merz
Torino

Simon Starling. Fotografia: Andrea Guermani