Le pareti della mostra, che sono parte integrante dell'installazione, sono accatastate contro il muro dell'edificio, o sul pavimento. Le fotografie, che sono sparse in tutto lo spazio, sui muri e sulle parti che compongono l'installazione, sono la documentazione di questa installazione iniziale, che raffigura il modello e il reale processo di allestimento – elementi che non sarebbero altrimenti visibili al visitatore. Il pubblico vede la mostra attraverso gli occhi del fotografo. La fotografia crea una relazione tra passato e presente, congelando nel tempo un unico riflesso.
Il progetto è una collaborazione tra l'architetto Matthias Ballestrem e l'artista Anton Burdakov per Program – uno spazio berlinese che testa i confini disciplinari dell'architettura, attraverso una serie di collaborazioni con diversi campi. La mostra "Built on Promises" interroga il rapporto e/o la distanza tra l'esperienza e la sua immagine. "Come può il mondo del sensibile mutare nella seconda dimensione?"
Ci permette di riflettere sulla percezione, su ciò che è reale e ciò che è immagine, esponendo la documentazione di una mostra "secondaria", allestita al solo scopo di consentire una mostra reale – un'esposizione pensata per esplorare le memorie di una mostra. Angelique Campens