Ogni tre anni, la montuosa prefettura di Hiroshima si trasforma in un laboratorio a cielo aperto, un palcoscenico dove l’architettura non è solo costruzione, ma pensiero, visione, cultura.
Nel 2025, la prima edizione dell’Hiroshima Architecture Exhibition intende offrire una programmazione diffusa tra le zone di Onomichi e Fukuyama, quest’ultima vicina alle rive del Seto Island Sea, paesaggio suggestivo a cui si ispira il logo dell’evento, disegnato da un maestro quale Kenya Hara. Il tema: Architecture: A New Stance for Tomorrow. Più che un’esposizione, questo nascente festival è una vera e propria dichiarazione d’intenti che prenderà forma tra il 4 ottobre e il 30 novembre del corrente anno.
Al centro della scena, la mostra Nine Visions: Japanese Architects from Japan to the World, che raccoglie il gotha dell’architettura nazionale insignita del celebre Premio Pritzker: Kenzo Tange, Fumihiko Maki, Tadao Ando, Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, Toyo Ito, Shigeru Ban, Arata Isozaki e Riken Yamamoto. Questa prestigioso parterre di architetti sarà ospitata presso l'Onomichi City Museum of Art. Nove visioni che, con un certo coraggio e una certa spavalderia, si interrogano sul perché, quando si parla di architettura, il paese del sol levante continui a essere una delle più raffinate fucine di talento al mondo.

È una celebrazione, ma anche un’indagine sul DNA “architettonico” giapponese, e sulla sua capacità unica di evolvere senza mai perdere di vista il rapporto con il paesaggio e con la storia. Questa festa dedicata all’architettura si sviluppa attraverso una rete di musei, spazi pubblici e luoghi simbolici: il Fukuyama Museum of Art, il Shinshoji Zen Museum and Gardens e l’iconico Onomichi City Museum of Art, progettato da Tadao Ando, sono solo alcune delle istituzioni da visitare. L’obiettivo è offrire una lettura stratificata della disciplina, toccando temi che vanno dal cambiamento climatico alla sostenibilità urbana, dall’innovazione tecnologica alla memoria collettiva.
Ogni tre anni, la montuosa prefettura di Hiroshima si trasforma in un laboratorio a cielo aperto, un palcoscenico dove l’architettura non è solo costruzione, ma pensiero, visione, cultura.
Uno dei progetti più attesi è la ricostruzione della residenza di Kenzo Tange, realizzata dalla Kambara & Tsuneishi Foundation – fondata e sostenuta dalla Tsuneishi Holdings, giganti della costruzione di grandi navi - anche organizzatore dell’Hiroshima Architecture Exhibition. Demolita anni fa, in qualità di tributo, la casa verrà riedificata a Fukuyama nel 2027. Il progetto intende permettere al grande pubblico di riscoprire uno dei più importanti esempi di architettura moderna giapponese e al tempo stesso riflettere sul valore della conservazione e della memoria storica.

Non mancano aperture più sperimentali: it i Setouchi a Fukuyama ospita una sezione dedicata alle visioni della città del futuro, con progetti che riflettono sulle sfide del cambiamento climatico, della sostenibilità e delle nuove tecnologie applicate agli spazi urbani. Inoltre, questa festa dell’architettura offrirà un’opportunità rara: l’accesso a edifici storici e contemporanei solitamente chiusi al pubblico. Palazzi, residenze e spazi architettonici inaccessibili si sveleranno ai visitatori, offrendo uno sguardo privilegiato su luoghi spesso nascosti e inaccessibili. Un’iniziativa che risponde alla crescente esigenza di partecipazione da parte di un pubblico sempre più vasto, riconnettendo la comunità al proprio patrimonio.
Dietro le quinte di questo ambizioso festival troviamo Yoshikuni Shirai, direttore della Kambara & Tsuneishi Foundation e professore presso Keio University SFC, una figura che coniuga rigore accademico e spirito visionario. Al suo fianco, la curatela di Naotake Maeda, ricercatore senior della stessa fondazione e guest professor presso la Kyoto Arts and Crafts University, che con il suo occhio attento guida il pubblico attraverso una narrazione architettonica ricca di spunti di riflessione.

Ma al di là dei nomi, dei progetti e delle sedi espositive, la vera protagonista della mostra è Hiroshima stessa. Un luogo che ha sempre vissuto il suo rapporto con l’architettura in modo viscerale: dal trauma della distruzione nucleare alla rinascita urbana, fino a diventare oggi un epicentro di riflessione su come costruire non solo edifici, ma comunità. Sulle sponde del mare dell’Isola di Seto, dove l’architettura si intreccia con la natura e la storia, questa prima edizione dell’Hiroshima Architecture Exhibition si pone come un punto di partenza, una presa di posizione su un futuro che, per essere nuovo, deve prima saper rileggere il passato.
Immagine di apertura: Riken Yamamoto, Taoyuan Children Art Center ©Riken Yamamoto & Field Shop

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