La casa Jeronimo è un piccolo edificio circondato dai vigneti terrazzati della regione del Douro, un’architettura che sembra nascere dal paesaggio, che si relaziona con le rovine di un’antica fattoria – di cui rimangono solo dei vecchi muri in pietra – e con il suolo, riorganizzato da possenti opere di contenimento. Sono questi manufatti finalizzati alla produzione, la ragion d’essere della casa: elementi a cui il volume nuovo fa costante riferimento staccandosi, accostandosi o integrandosi.

Il risultato è una relazione tra vecchio e nuovo che impreziosisce gli spazi della casa e i rapporti che intrattiene con lo spazio aperto. Si riannodano così i fili di un senso di appartenenza a un luogo ereditato dalla fatica di contadini-costruttori che per secoli hanno plasmato il paesaggio culturale della valle del Douro. Lo spazio interstiziale tra i vecchi muri in pietra e i volumi nuovi diventa motore di una relazione tra interno ed esterno che reagisce ai cicli delle stagioni, offrendo tempi, luci e atmosfere sempre in divenire.

Man mano che ci si avvicina, il volume, dal sembrare parte integrante del suolo, passa ad acquistare una certa astrazione linguistica e autonomia formale, con il cemento pigmentato rosa ad accendere un’armonia cromatica con il contesto. La casa, dimora di vacanza, si sviluppa su due livelli, che ospitano rispettivamente una zona giorno molto trasparente a quello inferiore e una zona notte a quello superiore, caratterizzata da una libreria più scultorea. La sezione mostra come questo gioco tra pesantezza stereotomica e trasparente leggerezza si fonda in un organismo unico, di cui fanno i muri di contenimento dei terrazzamenti circostanti diventano una componente, facendo di questa nuova casa un manufatto armonicamente inserito nel paesaggio della produzione del vino.