Frank Lloyd Wright fu una delle figure che maggiormente incisero la cultura americana dell’architettura nel ’900. Una delle ragioni fu senza dubbio la presenza della The School of Architecture fondata dall’architetto statunitense a Taliesin. Qui, gli studenti si formarono sotto la guida del maestro dell’organicismo, apprendendo non solo un modo di fare architettura, ma soprattutto modo di guardare allo spazio tra natura e costruito.
In questo contesto, tramite la Taliesin Fellowship, si formò John Lautner.
Lautner divenne, nel corso del secolo passato, uno dei principali esponenti americani di un’architettura in costante esplorazione, visionaria nelle geometrie e nell’immaginare nuovi spazi domestici. Le forme organiche e futuristiche delle sue case hanno così costellato la California meridionale, dove per più di cinquant’anni operò l’architetto, cercando un rapporto armonico tra natura, topografia e progetto.
La figura di Lautner ha così trovato grande risonanza sia tra gli storici che nella cultura di massa. La sua fortuna critica è stata trasversale, da Bruno Zevi a Henry-Russell Hitchcock che individuarono nelle sue architetture un’autonomia operativa e grande raffinatezza. Persino le opere più contestate del periodo giovanile, vennero poi rivalutate da figure quali Robert Venturi, il quale ne citò la fertilità nel suo celebre Learning from Las Vegas. La stessa Domus ha negli anni raccontato il Maestro americano, come visibile in alcuni progetti provenienti dall’Archivio Digitale Domus.
Al contempo, molte delle case di Lautner sono state negli anni set cinematografici, portando gli spazi scenografici delle sue case in film come James Bond o Il Grande Lebowski.
John Lautner's 'Chemosphere' (1960) in GTA V and as Troy McClure's house in the Simpsons. pic.twitter.com/46lCHvpREx
— Theo Inglis (@Theo_Inglis) March 5, 2017