Un caffè per rivitalizzare un villaggio coreano

Nonspace è il padiglione per il tempo libero progettato da On Architects per rigenerare Hobeop-myeon, un villaggio coreano rinomato per la coltivazione di riso e fiori ma che oggi soffre di un severo declino demografico, principalmente legato all’invecchiamento della popolazione. L’area di progetto stessa faceva parte del mosaico agricolo tipico delle risaie, caratterizzato dalla presenza dell’acqua e delle relative pratiche ittiche.

Il tema principale sviluppato dall’edificio è il rapporto tra rigidezza formale e flessibilità funzionale. Tra le maglie della griglia geometrica, infatti, si dipana uno spazio continuo e passante, formato da sei gallerie incrociate, tre per tre. L’uso di calcestruzzo e vetro genera continue dilatazioni e compressioni in orizzontale e in verticale. Camminando lungo queste generose e luminose maniche, gli ospiti possono intrattenersi sostando tra le numerose sedute, ascoltando il suono dell’acqua, o scrutando porzioni di cielo che si aprono incorniciate dalle pareti in calcestruzzo. Quello tra forma e funzione è un rapporto che va oltre la definizione degli spazi per abbracciare una continua transizione fisica e sensoriale. Infatti, questa architettura è sia un grande dispositivo per muoversi nello spazio, sia un catalizzatore di percezioni visive, sonore, olfattive e tattili che si compenetrano senza soluzione di continuità. Più che un volume abitato, l’edificio è un meccanismo per inquadrare, intrappolare, smontare e ricomporre il paesaggio circostante attraverso un gioco di, incroci e collimazioni e traguardi visivi.

La finitura interna dei muri in calcestruzzo faccia a vista è il risultato dell’applicazione di paglia di riso sui casseri, imbevuti d’acqua per assorbire l’umidità del getto. Posticipare il momento del disarmo ha permesso alla paglia di riso di aderire al cemento, creando un’atmosfera interna particolare, destinata a variare con il passare del tempo. Analogamente, lo spazio di questo padiglione per il tempo libero reagisce ai cicli delle stagioni e al relativo mutare delle forme del paesaggio.