Una mostra che già d'ufficio rientrava in quella categoria di prodotti culturali definiti necessari (un libro necessario, un film necessario) poneva già una difficoltà nel suo tema: come conciliare la solennità anche un po' istituzionale di un centenario con la anti-solennità incallita di Vico Magistretti?
A disinnescare il tutto intervengono almeno due fattori. Uno, sfortunatamente cronologico: la mostra apre nel compleanno 100(+1) dell'architetto, neutralizzando perlomeno il panico da cifra tonda e proiettandoci subito nella legacy di Vico come in qualcosa dell’oggi, ancora in pieno divenire (come del resto il design tutto). Un altro è di origine più curatoriale, e sta nell'enfasi che già il titolo pone sulla connessione tra il maestro e l'habitat elettivo della sua vicenda.
Si chiama Vico Magistretti, Architetto Milanese, infatti, la mostra; ed è curata da Gabriele Neri, realizzata col contributo della Fondazione studio museo Vico Magistretti, e dell'Archivio Domus per immagini e progetti pubblicati. Con un taglio tematico (teso tra soggetti come I Magistretti, Milano: modernità e tradizione, Vico al MoMA, La forma della plastica, Casa per tutti, Vico e il Giappone, RossoVico) si articola tra modelli, oggetti, foto, articoli restituendo la vasta, orizzontalissima trasversalità di Magistretti, consentendoci di esplorarla in una modalità immersiva.
L'entusiasta arriverà infatti a questa immersione attraverso un vero percorso di contrasti, salendo gli scaloni di Muzio, infilando il prospettico ponte di Michele De Lucchi per trovarsi infine nell' ambiente unico che condensa un mondo tanto vasto.
La sorprendente compattezza dello spazio in cui la mostra è collocata è stata sfruttata con grande intelligenza da BINOCLE/Lorenzo Bini, il cui allestimento fondato sul fuori scala di tre elementi fondamentali (tavolo, cappa, scaffale), collegati dalla pervasività del colore rosso, ci permette di traguardare l'intero mondo di Vico in una veduta d'insieme dove trovarsi di volta in volta la sedia Selene sullo sfondo della Marina Grande, la lampada Teti a sfondo di una casa sulle colline lombarde.
Questo non può che rafforzare l’enfasi data a un doveroso taglio biografico, uno scambio tra una storia familiare molto presente e una ininterrotta storia di progettista di architetture e oggetti - che spesso erano concepiti per uso proprio - tra le radici milanesi e uno slancio internazionale di relazioni, viaggi e progetti.
A conclusione del sintetico tuffo intensivo nel mondo di Vico, due omaggi contemporanei di Konstantin Grcic e Jasper Morrison, e uno datato 2004 di Alessandro Mendini: uno schizzo, il cui titolo ci si augura esprima tanto lo spirito dell'entusiasta di qualche riga fa, quanto quello di chiunque si avvicini al mondo del design o anche solo a quello della nobile arte dell'abitare. Il folle (impossibile) desiderio di imitare Magistretti.
- Mostra:
- Vico Magistretti, Architetto Milanese
- A cura di :
- Gabriele Neri
- Luogo:
- Triennale Milano
- Indirizzo:
- Viale Emilio Alemagna, 6, 20121 Milano
- Date di apertura:
- fino al 12 settembre 2021