Fin dalla preistoria l’uomo ha fatto uso delle acque termali per le loro capacità antiparassitarie, terapeutiche ed igieniche, considerando l’acqua la più semplice e naturale medicina, e quindi un prezioso elemento sacro: le sorgenti erano luoghi dove trarre sollievo in caso di malattie o dove bagnarsi per alleviare il dolore delle ferite. A sacerdoti egizi, ad esempio, dovevano lavarsi più volte al giorno per preservare la loro purezza, ma, tuttavia, è con la civiltà ellenica che il bagno iniziò ad assumere aspetti parzialmente distinti da quelli rituali. Le terme romane, successivamente, erano edifici pubblici, precursori degli impianti odierni costruiti nei pressi di forti termali.
Successivamente la parola spa divenne di uso comune e divenne il termine per antonomasia del termalismo, termine originato dalla cittadina belga Spa, nota già dal XIV secolo per le sue acque minerali. Negli ultimi anni, sono aumentati esponenzialmente i parchi termali — e le visite ad essi — sia in Italia, sia in Europa, svincolati sempre di più dalla stretta tipologia termale, innestandosi ad hotel o altre funzioni collettive.
Dalla Blue Lagoon islandese, alle storiche terme di Budapest, sono svariate le declinazioni di questo rituale. Noi presentiamo, in questo caso, una selezione di dieci impianti termali — alcuni sulle più vicine Alpi, altri sparsi per il mondo — firmati da importati studi d’architettura, con le loro personali interpretazioni di questo storico ed eterno momento di benessere.