Una delle azioni più recenti del Ministero dell’Educazione del Burkina Faso nella lotta contro l’abbandono scolastico nel Paese, è stata quella di unificare le piccole scuole isolate in grandi complessi scolastici, dove l'istruzione viene erogata dalla scuola materna alla scuola superiore. Il nuovo centro scolastico di Bangre Veenem disegnato da Albertfaus Architecture nel villaggio di Koudougou e costruito dall’Ong lussemburghese Le Soleil Dans la Main e il consiglio comunale locale è uno di questi.
A disposizione per lo sviluppo del progetto c’erano più di 8 ettari di terreno. La prima scelta dei progettisti è stata quella di ridurre l'area di intervento del 40% in modo da incidere il meno possibile sui terreni agricoli della comunità e quindi di organizzarla in due parti distinte: a Nord la scuola secondaria, l'amministrazione centrale e i suoi parcheggi, mentre a Sud i padiglioni dell'asilo Infantile, la mensa e le aree ausiliarie.
Una grande piazza pubblica per l'accesso ma anche per il transito divide nel centro le due aree, evitando che una recinzione unica si convertisse in una barriera all’interno del villaggio.
I padiglioni si concentrano in prossimità di quest’asse centrale distribuendosi anche secondo il significativo patrimonio naturale che sorge sull’area: grandi alberi secolari, detti Néré nella lingua locale, sotto cui proteggersi dal sole e dalla pioggia.
Muri e volte in mattoni di terra compressa per i padiglioni scolastici insieme a spessi muri di pietra utilizzati per i servizi vengono sormontati da poderose coperture in lamiera ondulata che li proteggono, andando a costituire il linguaggio architettonico che caratterizza e rende riconoscibile l’intero intervento.
Numerosi alberi saranno piantati intorno ai padiglioni per garantire ombreggiatura naturale, ridurre la temperatura e la presenza di polvere nell'aria, così come i pergolati, i parcheggi e la recinzione verranno ombreggiate da rigogliose Bougainvillea. Questo sarà possibile per la prossima stagione delle piogge, nel frattempo, studenti e biciclette trovano rifugio sotto il grande Néré.