Il flagship store di The Webster – il settimo del marchio fondato da Laure Heriard Dubreuil nel 2009 – rappresenta il ritorno di David Adjaye agli inizi della sua carriera, ovvero alle sperimentazioni con il cemento pigmentato.
Risale al 2001 infatti Concrete Garden, progetto di un giardino caratterizzato da un muro di 2,2 metri, il cui colore era ottenuto addizionando ruggine al calcestruzzo. Nella sua prima architettura californiana Adjaye porta quell’approccio alle estreme conseguenze, utilizzando calcestruzzo prefabbricato, cemento armato con fibra di vetro e gettato in opera, tutti declinati attraverso una grande varietà di finiture.
The Webster si trova all’angolo tra la San Vicente e il Beverly Blvd, incastonato sotto gli otto piani della struttura monolitica del centro commerciale. Quest’ultimo ha aperto le sue porte nel 1982 ed è stato poi rinnovato nel 2018 da Massimiliano e Doriana Fuksas.
Grazie alla sua posizione al confine fra Beverly Hills e West Hollywood, il centro entrò nell’immaginario della cultura degli anni Ottanta e Novanta: i suoi 82,000 m² punteggiano la narrazione del romanzo culto di Bret Easton Ellis, Meno di zero, e si fanno sfondo nelle passeggiate di Bette Midler e Woody Allen nelle scene di Storie di amori e infedeltà.
Ma è proprio questo immaginario legato allo shopping mall che David Adjaye sembra voler disattendere, disegnando per il marchio di Miami una diversa ‘esperienza’ di retail, che si esprime con la creazione di un’occasione di dimensione pubblica in uno spazio per il commercio, sfruttando la relazione con la strada.
Lo spazio occupato del negozio al piano terra si estende in un esterno dall’ambizione pubblica, dove si trova anche una fontana. Una sottile ma lunga fessura di vetro curva segue tutto l’angolo, aprendo uno scorcio sugli interni. Allo sbalzo di cemento prefabbricato che lo sovrasta è data una finitura personalizzata che, sotto la luce californiana, amplifica il contrasto con la facciata candida del Beverly Center.
È negli interni del negozio che però si dispiega quella varietà di finiture che fa di The Webster un paesaggio scultoreo in rosa. Il pavimento di calcestruzzo è stato gettato in opera e poi levigato per rivelare la graniglia di marmo nero ciliegia presente nell’impasto.
Le murature alternano una base levigata a un intonaco acustico grezzo, con inserti di tessuti degli anni Cinquanta, scelti dalla collezione personale di Dubreuil. Le isole che definiscono lo spazio interno, ovvero sedute, espositori e mobili, sono esse stesse di cemento, corredate da elementi metallici per accessori come specchi e appendiabiti.
Non vi è necessità di altri mobili in questa esperienza disegnata da Adjaye, che dice di aver pensato a Luis Barragán e Isamu Noguchi nella fase di concezione del flagship store di The Webster. Il risultato è un lavoro raffinato ed espressivo. Ma la sua dimensione pubblica sopravvivrà alla congestione del traffico losangelino?
- Progetto:
- The Webster
- Luogo:
- 8500 Beverly Blvd, Los Angeles, California, Stati Uniti
- Architetto:
- Adjaye Associates
- Cliente :
- Taubman Company / The Webster
- Architetto locale:
- Neumann Smith
- Impresa edile:
- Jacobsen Swinerton Joint Venture
- Ingegneria civile:
- Mollenhauer Group
- Paesaggio:
- Grissim Metz Andriese Associates
- Strutture:
- Ludwig Structural
- Ingegneria del progetto:
- Guy Nordenson Associates
- Ingegneria meccanica e impianti:
- E&S Construction Engineers
- Ingegneria elettrica:
- Swanson Rink
- Servizi antincendio:
- Code Consultants Inc.
- Consulenza per l’illuminazione:
- Brian Orter Lighting Design
- Consulenza per il cemento:
- Reg Hough Associates
- Consulenza per la facciata:
- Thornton Tomasetti
- Consulenza per la fontana:
- Waterline Studios Inc.
- Consulenza per la tecnologia:
- Standard Vision
- Area:
- 1020 m²
- Completamento:
- 2020