A un secolo esatto dalla sua prima apertura, nel 1919, il Bauhaus fa un ritorno in grande stile a Weimar, dove fu fondato. Il nuovo Bauhaus Museum, progettato dal Heike Hanada, è un edificio dalle notevoli ambizioni, destinato a raccontare la storia della più importante scuola di arti e design del XX secolo, ma anche incaricato di mettere a sistema attorno a sé le principali istituzioni culturali della città.
La collezione permanente del museo, che conta più di 13.000 pezzi, si è costruita nel tempo attorno al nucleo iniziale di 168 oggetti, costituito da Walter Gropius nel 1925, subito dopo il trasferimento del Bauhaus a Dessau.
Una possibile lettura trasversale delle opere, talvolta inedite, di Wilhelm Wagenfeld, Carl Jacob Jucker, Marianne Brandt, Marcel Breuer, Paul Klee, Lászlo Moholy-Nagy, Mies van der Rohe, tra gli altri, è suggerita dal tema dell’esposizione inaugurale: How do we want to live together?. La scommessa del Bauhaus Museum non può che essere quella di suggerire al tempo stesso la specificità dei temi, degli approcci e della produzione della scuola, ma anche la loro attualità.
L’edificio di Heike Hanada è un monolite complessivamente introverso, articolato al suo interno da altezze doppie e multiple, e attraversato da una rampa lineare che connette tutti i livelli. Il visitatore risale lungo un’unica linea, se ne distacca per accedere alle gallerie e la imbocca nuovamente per raggiungere il tetto terrazza.
All’esterno, il museo s’innalza compatto su di un solido basamento: l’architettura dichiara apertamente la sua natura d’istituzione pubblica, attraverso questo ed altri chiari riferimenti al classicismo. Una sequenza di bande luminose orizzontali, infine, trasforma il museo in uno scintillante ma composto landmark notturno.
L’inaugurazione del Bauhaus Museum è accompagnata dalla riapertura del Neues Museum, restaurato e dove è attualmente in corso la mostra Van de Velde, Nietzsche and Modernism Around 1900, dedicata al modernismo del primissimo Novecento.
Altre presenze del Moderno completano questo polo culturale rivitalizzato: su tutte, la più rilevante è certamente la Haus am Horn, costruita dal Bauhaus nel 1923, anch’essa di prossima riapertura al pubblico. È un interessante prototipo pioniere, in cui uno sguardo contemporaneo può cogliere in nuce i pregi e i difetti di quella che diventerà la “casa moderna”.