Nella città brasiliana di Salvador, quartiere São Cristóvão, lo studio romano Mixtura ha completato il progetto per un nuovo complesso monastico, interpretando in chiave contemporanea gli spazi tra spiritualità e comunità.
Sviluppato a partire dalle regole che scandiscono la vita del convento, il progetto ripensa la tipica chiusura degli spazi monastici. Infatti, l’organizzazione tradizionalmente articolata attorno ad un unico chiostro si frammenta. Questo moltiplica gli edifici e allo stesso tempo permette di avere una maggior relazione con lo spazio aperto: un elemento cardine del progetto di Mixtura, che in maniera simbiotica genera un legame con il clima locale — sfruttando la ventilazione naturale che attraversa i vari corpi di fabbrica — e amplifica gli spazi di natura all’interno del complesso.
Cinque chiostri gestiscono così lo spazio, dove i corpi autonomi degli edifici sono raccolti tramite una grande copertura. Qui, la tettonica del materiale costituisce il tema principale del progetto, assumendo un ruolo architettonico e bioclimatico insieme. Infatti, il coronamento, sollevandosi dagli edifici permette la fuoriuscita dell’aria calda mantenendo così, insieme al sistema di brise-soleil, una ventilazione incrociata nelle celle e nei vari ambienti chiusi.
Le trame che si generano disegnano così le varie architetture del convento, di volta in volta declinate in struttura, tamponamento o esoscheletro.
L’uso del legno, nelle varie trame e strutture reticolari, scandisce così lo spazio dei vari edifici, che riescono però a mantenere una loro autonomia, differenziandosi per altezza o materiale. Ne è un esempio la biblioteca, un volume traslucido in policarbonato, sostenuto da una serie di travi e pilastri lignei, che, come una lanterna, si inserisce nelle piccole maglie del tessuto costruito del convento.