Una volta a NY, dopo la lunga permanenza a Taliesin West, Scottsdale, il materiale cartaceo degli Archivi della Frank Lloyd Wright Foundation sarebbe passato sotto la tutela degli archivisti della Avery Architectural & Fine Arts Library. I materiali tridimensionali (modelli, prototipi, elementi d’arredo), erano invece arrivati da Taliesin Spring Green, con destinazione MoMA. Custoditi in un granaio della prateria del Wisconsin e infestati da insetti, sono stati sottoposti a fumigazione prima di essere portati nei magazzini del museo per evitare che contaminassero le altre opere d’arte.
Mentre continua a venirci in mente un sottile sorriso sul volto di Wright che assiste alla “marcia degli insetti” da Taliesin alla volta della città, il ritorno de L’Architetto Americano dal suo esilio volontario nella campagna è uno degli eventi più rilevanti della recente stagione architettonica newyorkese.
L’operazione, che nasce dalla partnership tra due importanti istituzioni culturali, la Columbia University e il Museum of Modern Art, amplifica la portata dell’archivio di FLW attraverso questa peculiare gestione condivisa, che impressiona per la commistione di competenze e potere mediatico capace di mettere in campo. È la concretizzazione di una grandiosa macchina educativa che, includendo la ricerca accademica, l’insegnamento, le procedure di catalogazione, le tecniche di conservazione, il medium dell’esposizione e dell’editoria, fino all’affinata arte del feticcio dello shop museale, potrà raggiungere una straordinaria gamma di possibili consumatori d’architettura.
In attesa della grande esposizione prevista nel 2017 per il 150° anniversario della nascita di FLW, apre al MoMA “Frank Lloyd Wright and the City. Density vs Dispersal”, primo evento di questa nuova stagione wrightiana. Curata da Barry Bergdoll e Carole Ann Fabian con Janet Parkse e Phoebe Springstubb, la mostra condensa in una stanza il modello ligneo di Broadacre City e i progetti per i grattacieli prodotti dallo studio Wright.
La sequenza dei documenti appesi alle pareti, frutto di una accurata selezione tra la mole di materiali dell’archivio, propone invece i grattacieli di FLW dal 1913 al 1956.[1] Potrà forse passare inosservato, ma il disegno determinante per capire la mostra è una prospettiva a matita della torre di St.Mark’s-in-the-Bouwerie disegnata in una New York dissimulata, trasfigurata – e quasi irriconoscibile – dalla sovrapposizione di una folta vegetazione sul panorama urbano. Il disegno porta con sé la storia di due didascalie, l’una in sostituzione dell’altra, che segnano uno slittamento di pensiero e interesse nella mente di FLW. La prima didascalia al disegno è St.Mark’s-in-the-Bouwerie, New York il sito per il quale la torre era stata effettivamente commissionata. Coperta con un nastro, sarà rimpiazzata con l’indicazione del luogo a cui quel progetto dichiara di appartenere: A mile apart in the country. Un déjà-vu ci estrae da una storia fino allora apparentemente lineare – le successive proposte per una o più torri per appartamenti commissionate dal curato di St. Mark’s in un lotto triangolare della griglia di Manhattan – e ci proietta nel dialogo tra i grattacieli alle pareti e il modello di Broadacre.
L’argomentazione scorre più o meno continua fino al Mile High Illinois, i cui disegni chiudono l’esposizione – e la sponsorizzano all’ingresso. Come nel disegno di St. Mark’s, un secondo grattacielo – denominato Golden Beacon – s’intravvede sullo sfondo del Mile High. Si tratta dunque di un tentativo di aumentare la dimensione delle torri di Broadacre, distanziate sul piano di una campagna infrastrutturata e tecnicizzata, fino all’XXL? Oppure Mile High introduce un’idea di città altra? Un Wright novantenne – forse in preda a uno slancio pubblicitario di fine carriera – destabilizza così la percezione consolidata del suo audience insinuando il dubbio di un’anti-Broadacre e dando adito a speculazioni postume sulla sua opera. Un’annotazione su un disegno non incluso nella mostra sosterrebbe che tutta la popolazione di Broadacre potrebbe essere contenuta nel Mile High.
Note:
1. In sequenza: i disegni di progetto del San Francisco Call Building (San Francisco, 1913); il National Life Insurance Company Building (Chicago, 1924–25); la proposta di regolamento edilizio per i grattacieli (1926); le varie soluzioni di progetto per la St. Mark’s-in-the-Bouwerie Tower (New York 1927–31) fino alla loro trasposizione nelle Grouped Towers (Chicago 1930); i disegni preparatori per il modello, i singoli edifici, gli schizzi, e i testi del progetto di Broadacre City (1934–35); la SC Johnson & Son. Inc., Research Laboratory Tower (Racine, Wisconsin, 1943-50); il Rogers Lacy Hotel (Dallas, 1946-47); i disegni di progetto e cantiere della H.C. Price Company Tower (Bartlesville, Oklahoma, 1952-56); il Mile High Illinois (Chicago, 1956).