Il filosofo anglo-svizzero du Botton ha iniziato a contribuire personalmente al dibattito della comunità degli architetti con la pubblicazione di The Architecture of Happiness ("L'architettura della felicità") nel 2004. Nel libro criticava gli inglesi per la modestia delle loro prospettive in fatto di spazio personale, per la loro ossessiva nostalgia, per il fallimento del modernismo nel fornire un livello di vita decente, e si avventurava nel mondo degli show televisivi che spiegano come arredare la casa. Le sue posizioni lo catapultarono in un vortice di convegni ma, benché i suoi argomenti fossero molto concreti e tangibili, i suoi interventi si limitavano alla sfera della teoria. "Compresi che per quanto sia gradevole scrivere un libro su un argomento appassionante, il fatto è che, a parte poche eccezioni, con i libri non cambia un bel niente", sottolinea du Botton. "Mi resi conto che, se l'architettura mi interessava davvero, scriverne era solo una soluzione di retroguardia. La vera sfida era costruire". La sua idea fu coinvolgere alcuni dei più dotati nomi dell'architettura invitandoli a costruire case d'affitto in alcune delle zone più belle della campagna inglese. Con il generoso sostegno del mondo industriale, cui si aggiunsero il direttore del Design Museum Dejan Sudjic e il direttore dell'Architectural Association Brett Steel, il progetto Living Architecture fu un tentativo di mostrare al pubblico inglese che l'"architettura moderna", di cui apertamente diffida, non solo è preferibile ai cottage trecenteschi con il tetto di paglia, ma parecchio migliore.
Non tutti i progetti sono compiuti, ma l'insieme del programma promette di dare almeno due o tre contributi interessanti e provocatori al dibattito architettonico inglese. Lo studio scozzese NORD ha costruito la Shingle House ("la casa di ciottoli") sulla costa di Dungeness, nel Kent, da cui sono nate varie controversie locali dato che per realizzare il progetto è stata acquistata e demolita una casetta sulla spiaggia. I norvegesi di JVA, che non sono nuovi alle costruzioni eleganti in ambiente rurale, hanno costruito l'interessante Dune House ("Casa sulla duna") su un lungomare del Suffolk. L'architetto svizzero Peter Zumthor è stato invitato nei boschi che coprono le fughe di colline del Devon meridionale a costruire The Secular Retreat ("Il ritiro laico") con la tecnica del calcestruzzo compresso che ha adottato per una cappella tedesca.
Tra le partecipazioni più sorprendenti quella di Michael Hopkins, architetto associato più spesso al vetro e all'acciaio che non alle ridenti dimore isolate di campagna. "Volevamo che fosse anche rappresentata la tradizione iconica del buon modernismo inglese, ovviamente quella esemplificata da personaggi come Norman Foster e Richard Rogers", spiega du Botton. "Hopkins proviene da una formazione nobilmente modernista ma nel bel mezzo della sua carriera si è interessato ai magazzini e all'architettura industriale dell'Ottocento; ci piace questa brusca svolta, e il modo in cui può favorire una riconciliazione tra chi preferisce il vecchio e chi ama il nuovo."
Due delle prime case, la Shingle House di Dungeness di NORD e il Balancing Barn nel Suffolk dello studio MVDRV, si possono affittare da ottobre. La Dune House di Jarmund Vigsnæs Arkitekter sarà disponibile dal gennaio 2011. Le case di Peter Zumthor e di Michael a Patty Hopkins accetteranno inquilini più avanti nel 2011. Prezzi a partire da 625 sterline per mezza settimana. Beatrice Galilee