
“Accanto al casolare sorgeva un frassino enorme; un albero così grande che si affacciava sui 200 acri di terreni agricoli, e da cui, nelle giornate limpide, si poteva vedere York Minster, a 25 miglia di distanza.
Ahimè, la pianta ha cominciato a mostrare la sua età, il suo ramo più grande è morto e ha cominciato a marcire. Per la sicurezza di mio nonno e della casa si è reso necessario abbattere il grande frassino.
Il mio amico John Turnbull è un chirurgo degli alberi, maestro di corda e motosega e tre volte campione europeo di Tree Climbing. Secondo John, la vita di un albero abbattuto è molto triste. Smaltimento e trasporto sono così costosi che nella maggior parte dei casi l’albero viene tagliato in ceppi, impilati in un mucchio per diventare legna da ardere. Non è del tutto inutile, ma è una fine veloce e triste per queste strutture incredibili e uno spreco di materiali dal potenziale meraviglioso.

Ho deciso che volevo far sopravvivere l’albero di mio nonno oltre la sua vita, per offrirgli un ‘aldilà’ e celebrare la potenzialità intrinseca del materiale. Ma come si fa a utilizzare al meglio un intero albero di frassino? Bisognerebbe intervenire il meno possibile su ciascuna delle sue sezioni per fare in modo che la sua identità rimanga. Quando un pezzo di legno viene tagliato perfettamente in una segheria, in ambito edile o utilizzato per tavoli e sedie, l’età della pianta non può più essere letta; la storia dell’albero è scomparsa e con essa il valore reale del materiale. La bellezza delle venature del legno magari rimane, ma è solo un pezzo di legno e non un pezzo di albero: il legno ha perso la sua origine.
L’idea di cosa fare con il frassino di mio nonno si è evoluta rapidamente. Volevo che l’albero rimanesse parte integrante del legno. Insieme al mio amico John Turnbull ho sezionato l’albero dall’alto verso il basso a intervalli regolari nel rispetto delle divisioni naturali all’interno della struttura, come nodi, rami e biforcazioni. Volevo elaborare ogni pezzo il meno possibile, ad eccezione delle facce superiori e inferiori per determinarne la funzione. Ho tagliato le sezioni a un’altezza che permettesse di usarli come sgabelli, tavoli e sedie. Ogni tronco diventa una superficie di ciò che mio nonno avrebbe chiamato “uso generico”. Diviso in 130 pezzi disposti in ordine di diametro, con i 187 anelli di accrescimento annuali ben visibili, il frassino continua a esistere come un frassino, ma con una nuova vita, una nuova funzione e l’inizio di una nuova storia”.

fino al 27 settembre 2015
Max Lamb
My Grandfather’s Tree
con il sostegno di Galllery FUMI
Somerset House
The Embankment Galleries – Mezzanine Studio
Strand, London

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