Bjarke Ingels di Big guest editor di Domus per il 2025

“A differenza di altre forme d’arte, l’architettura non riguarda la rappresentazione, ma l’accoglienza”, spiega il fondatore di Big, che firmerà dieci numeri di Domus nel 2025.

Nato a Copenaghen cinquanta anni fa, Ingels è il fondatore dello studio architettonico Bjarke Ingels Group  con sede a Copenaghen e New York. Sarà lui l’ottavo direttore “ospite” dei dieci previsti dal progetto editoriale 10x10x10 che porterà la nostra rivista al traguardo del centenario nel 2028. Nel suo percorso molteplici premi e riconoscimenti e un elenco di progetti – da CopenHill, la centrale elettrica della sua città trasformata in pista da sci, a VIA 57 West, il grattacielo piramidale che ridisegna lo skyline di New York, alle colonie lunari immaginate per NASA - che lo hanno consacrato come un riferimento globale per l’architettura. Come lui stesso annuncia nel manifesto d’intenti scritto per presentare l’inedita curatela, la sua Domus 2025 sarà “un’odissea materiale”: che inizierà dalla roccia solida per finire con un flusso di elettroni. “Pietra, terra, cemento, vetro, legno, metallo, piante, plastica, risorse, digitale. Speriamo di tornare alla natura materiale fondamentale di ciò che facciamo. A differenza di altre forme d’arte, l’architettura non riguarda la rappresentazione, ma l’accoglienza. Non si riferisce alla vita, ma le fa spazio. Non discute il mondo, ma lo produce”, ha spiegato Ingels. “Sulle pagine di Domus troverete, fianco a fianco, la tradizione e l’avanguardia, artigiani e tecnofili, l’ornamentale e l’austero, l’espressivo e il tettonico, il globale e il locale, il pragmatico e l’utopico. Idee conflittuali, unite dalla materia”.

L’architettura è la materializzazione del pensiero. Un ponte teso tra l’immaginazione e il mondo fisico, tra il sogno e la concretezza del vivere.

Bjarke Ingels, guest editor di Domus per il 2025

Un ribaltamento del tradizionale significato di “materialismo”, che si allontana dai luoghi comuni e dall’interpretazione più negativa, associandosi invece all’immagine di chi plasma la realtà e traduce la visione in materia.  “L’architettura è la materializzazione del pensiero. Un ponte teso tra l’immaginazione e il mondo fisico, tra il sogno e la concretezza del vivere. La società è tutta fatta di questi processi immateriali, strutture immateriali, sociali, politiche ed economiche, che non sono tangibili”. Il compito dell’architetto, per Bjarke Ingels, è capire l’immateriale e trasformarlo in progetto. “Devi comprendere l’istruzione se stai progettando un’università, la sanità se stai facendo un ospedale, la mobilità se stai facendo una piazza”. L’architetto che fa bene il suo lavoro, per il fondatore di BIG, è quello che “rende materiale ciò che è astratto”, come ha spiegato nell’intervista esclusiva rilasciata a Walter Mariotti, direttore editoriale del sistema Domus e pubblicata nella speciale monografia allegata omaggio al mensile di dicembre che, come prassi, presenta il guest editor in arrivo. Per Mariotti, “Ingels è uno dei grandi, originali, anticonformisti talenti del nostro tempo che ha saputo offrire al mondo dell’architettura ma anche delle idee, della società globale, della tecnologia che guarda lo spazio soluzioni a cui nessuno era arrivato”.

Ingels è uno dei grandi, originali, anticonformisti talenti del nostro tempo che ha saputo offrire al mondo dell’architettura ma anche delle idee, della società globale, della tecnologia che guarda lo spazio soluzioni a cui nessuno era arrivato.

Walter Mariotti, direttore editoriale di Domus

“Dal 1928 Domus s’interroga sulle sfide del presente attraverso l’architettura, il design, l’arte, la vita associata. Sfide sempre nuove, sempre più complesse e, spesso, ormai paradossali. Per questo abbiamo pensato a Bjarke Ingels” spiega la Cav. Lav. Giovanna Mazzocchi, presidente di Editoriale Domus. Il primo numero di Domus 2025 firmato Bjarke Ingles uscirà a gennaio. La speciale monografia a lui dedicata, che contiene l’intervista integrale, e il manifesto d’intenti saranno allegati a Domus di dicembre (in edicola sabato 7).

Immagine di apertura: Foto Claus Troelsgaard