Boano Prišmontas ha portato un’atmosfera magica ed evocativa in un campiello di Venezia, all’interno del complesso di edilizia sociale di Gino Valle, che quest’anno ospita l’Unfolding Pavilion. Gino Valle si è basato su una griglia spaziale di 165x165 cm per regolare tutti i rapporti spaziali del complesso alla Giudecca. L’installazione mira a mostrare il processo di astrazione e controllo razionale dello spazio che avviene nella mente dell’architetto. 

L’obiettivo è quello di esporre questo processo nel mondo reale, dimostrando che le linee, una volta tracciate sul foglio, non sono solo simboli, grammatica, linguaggio, ma sono spazio e architettura. Le linee e le distanze diventano quadrati, muri, strutture, dimensioni delle stanze, allineamenti e confini di spazi impercettibili che ci ospitano e plasmano la nostra percezione dello spazio.

“È davvero notevole che Venezia sia stata in grado a più riprese di affrontare il suo passato e la sua travolgente bellezza, aprendo opportunità per architetture contemporanee che spesso si sono occupate di problematiche abitative”, spiega Prišmontas. “La percezione iconica di Venezia potrebbe portare a pensare che tutto qui sia atipico e in qualche modo sospeso in un mondo immaginario. Invece la città è viva, reale e attiva, e piena di abitanti che sono disposti a reclamare e difendere con orgoglio il loro diritto a rimanere sull’isola. Sfortunatamente, la bellezza preziosa e fragile di Venezia non regge le dinamiche globali e la città ha inevitabilmente dovuto consolidare la sua identità di parco tematico in balia del turismo. Ma questa non è la vera Venezia.”