La curatrice del Padiglione Islandese Birta Guðjónsdóttir si rivolge direttamente al “Caro Homo Sapiens” (“Dear Homo Sapiens”) invitandolo a entrare in una caverna sensoriale per uscirne trasformato. L’artista Shoplifter, Islandese residente a New York, ha rivestito lo Spazio Punch alla Giudecca con il suo “marchio di fabbrica” ovvero una moltitudine di capelli sintetici. Nel suo lavoro la natura del paese d’origine incontra l’artificialità e il consumo della cultura pop creando un nuovo linguaggio espressivo. Nell’era Chromo Sapiens lo scontro atavico tra Uomo e Natura sembra esser terminato e assistiamo a una contaminazione continua dei due elementi. All’interno dell’opera, siamo pregati di toccare e di farci contagiare anche noi. Entriamo in Primal Opus, uno spazio oscuro in cui fuoriescono tracce di luce neon. Un luogo alieno abitato da suoni viscerali, la cui energia ricorda l’eco dei vulcani. Questo paesaggio sonoro è stato realizzato dal gruppo metal HAM che Shoplifter ascoltava fin da quando era teenager, perdendosi nelle vibrazioni fisiche date dalle loro note cupe ed esplosive.
La caverna Chromo Sapiens del Padiglione dell’Islanda è un vulcano di capelli
Con stalattiti di capelli e chromo-terapia il paesaggio di Shoplitfer al Padilgione dell’Islanda esplode e contamina chi lo visita.
View Article details
- Jacopo Miliani
- 24 maggio 2019
- Venezia
Foto Elisabet Davidsdottir. © l’artista
Foto Elisabet Davidsdottir. © l’artista
Foto Elisabet Davidsdottir. © l’artista
Foto Elisabet Davidsdottir. © l’artista
Foto Elisabet Davidsdottir. © l’artista
Foto Elisabet Davidsdottir. © l’artista
Foto Elisabet Davidsdottir. © l’artista
Foto Ugo Carmeni. © l’artista
Foto Ugo Carmeni © l’artista
Foto Ugo Carmeni. © l’artista
Foto Elisabet Davidsdottir © Hrafnhildur Arnardottir / Shoplifte
Dopo queste prime scosse telluriche arriviamo in Astral Gloria, uno spazio alto in cui stavolta i colori fluorescenti avvolgono non solo gli occhi, ma tutto il corpo. Trasportati dalla fuga psichedelica del colore, approdiamo a Opium Natura in cui i toni pastello dei soffici ammassi di capelli e una luce avvolgente coccolano i nostri sensi. Shoplifter definisce le sue installazioni Nervescape: “parola che si riferisce alla fuga o al paesaggio; ai nervi, a un tipo di paesaggio neuronale.” La lingua si è evoluta e necessitiamo un nuovo dizionario. La caverna è piena di questi nuovi suoni, tra cui riecheggiano le parole dell’artista Jen De Nike che poeticamente descrive l’opera dell’amica-collega: “Danzanti forze cinetiche restano sospese in un canto ipnotico. Il pigmento insaziabile rizza il pelo verso spesse stalattiti disseminate nello spazio e si arrende alla cacofonia del neon.”
Immagine di apertura: Hrafnhildur Arnardóttir / Shoplifter. “Chromo Sapiens”, vista dell’installazione al padiglione islandese per la 58. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, 2019. Foto: Ugo Carmeni. © l’artista
- Islanda
- Hrafnhildur Arnardóttir/Shoplifter
- Birta Guðjónsdóttir
- 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia
- Spazio Punch, Giudecca 800
- 11 maggio - 24 novembre 2019