Biennale Venezia

Il Padiglione Venezia è un atelier di ricerca che profuma di legno

L’installazione di Michele De Lucchi e AMDL Circle è un’immersione in un atelier di lavoro che racconta come lo studio milanese affronta le riflessioni sul vivere insieme, a partire dalla costruzione degli spazi educativi in cui si forma e si sviluppa la personalità

Biennale. Il Padiglione Venezia è un atelier di ricerca che profuma di legno. Photo Luca Rotondo

608 disegni in 89 cornici, 16 modelli di progetto, 5 sculture sospese realizzate dagli artigiani di Venezia, 14 opere scolpite con la motosega da Michele De Lucchi. Tutto rigorosamente in legno – il materiale preferito – caldo e sincero nel suo naturale invecchiamento. Nonostante la mascherina, si riesce a sentirne il profumo.

Così, il salone principale del Padiglione Venezia, curato da Giovanna Zabotti per la XVII Biennale d’Architettura, si popola dei materiali con cui lo studio milanese guidato da De Lucchi, l’AMDL Circle, affronta le ricerche che porta avanti dal 2018 per progettare architetture che sfuggono a ogni canonica definizione: le Earth Stations. Immaginate come grandi cattedrali nei posti più disparati del pianeta, le nuove “stazioni” del Pianeta Terra favoriscono le relazioni umane e affrontano il tema dell’educazione, l’attività con cui impariamo come stare al mondo.

Quest’anno infatti, l’architetto e il suo Circle aggiungono un tassello alla ricerca, e presentano alla Biennale una nuova tipologia di edifici, le Education Stations: cinque differenti “stazioni del divenire” che prendono in considerazione le varie fasi di crescita dell’individuo, associando a ogni stadio cognitivo evolutivo uno spazio ideale, che contribuisce alla formazione della personalità e incoraggia l’apprendimento. La costruzione dell’edificio, degli interni, degli oggetti con cui ci si relaziona, favorisce la crescita e l’armonica relazione con la comunità.

Sulla parete curva del padiglione Venezia, le centinaia di disegni disposti in una fitta quadreria di cornici raccontano le evoluzioni del pensiero, formale e progettuale. Il segno grafico è lo strumento con cui l’architetto torna e ritorna sulle forme e sulla loro disposizione nello spazio: le piante e gli edifici, solo abbozzati o definiti, comunicano, si parlano, interconnessi come le tende di antiche tribù.

Nasce così la simbolica The Farm, la fattoria dove si incoraggia lo sviluppo dell’immaginazione dei più piccoli – sino all’ultima tappa, The World, una rete di torri di avvistamento dove si può condividere e ridiscutere quello che si è appreso, passando per gli altri edifici, The Village, The Town, The Road.

Il compito degli architetti non è sapere tutto, ma interfacciarsi con tutti
Biennale. Il Padiglione Venezia è un atelier di ricerca che profuma di legno
Uno dei modelli di studio di Earth Station esposto al Padiglione Venezia

Al soffitto, un palcoscenico sospeso di sculture, realizzate dagli artigiani del laboratorio di scenografia del teatro La Fenice di Venezia, propone le forme e le coperture delle Education Stations. “E’ un invito”, spiega De Lucchi, “a guardare non solo la terra, ma anche il cielo, la volta celeste, per conoscere l’astronomia – come suggeriva Vitruvio – perché il compito degli architetti non è sapere tutto, ma interfacciarsi con tutti. Non basta avere a disposizione la conoscenza dello scibile umano, è necessario imparare a usarla nel modo migliore: “sapere come usare il sapere” per poter vivere insieme in armonia, con la Terra e sulla Terra”.

Biennale. Il Padiglione Venezia è un atelier di ricerca che profuma di legno
Modelli in legno, cornici, disegni e sculture aeree all'interno del Padiglione Venezia, "Sapere come usare il Sapere", raccontano le ricerche di Michele De Lucchi e AMDL Circle sulle architetture per il futuro, le Earth Stations
Padiglione:
Venezia
Evento:
Biennale Architettura di Venezia 2021
Dove:
Giardini della Biennale
A cura di:
Giovanna Zabotti
Titolo mostra:
Sapere come usare il Sapere
Quando:
fino al 22 novembre 2021

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