9 progetti da conoscere se vuoi capire il tech di oggi e del futuro

Siamo a Berlino per la centesima edizione di Ifa, la più grande fiera di tecnologia di consumo d'Europa: c'è tanta AI, ma non solo. Tra gatti smart e cappelli solari, ecco cosa abbiamo visto.

Ifa compie 100 anni. La fiera della tecnologia di consumo più grande e famosa d'Europa celebra il traguardo con una piccola mostra di dispositivi che hanno segnato un'epoca, come il primo Walkman e un radio-giradischi Braun (chiaramente di Dieter Rams senza che sia indicato da nessuna parte), una capsule collection di moda in collaborazione con il brand/magazine berlinese Overkill, mostre fotografiche in collaborazione con Sony, che però qui non ha uno stand oramai da prima del Covid, e una serie serie di concerti (a pagamento, lineup non proprio imperdibile, si segnala la presenza di Bryan Adams che tutti pensavamo oramai facessimo il fotografo). C'è anche una collaborazione con artisti che ereditano idealmente la missione del logo Funk-Otto, l'omino disegnato da Helmut Lortz negli anni Settanta, diventato mascotte e identità grafica della fiera autunnale berlinese. In tutto le iniziative sono esattamente cento.

Ifa nasce nel 1924 come fiera dedicata alle radio. Sono anni importanti per Berlino, nasce la ferrovia urbana S-Bahn, a Potsdamer Platz sempre quell'anno compare il primo semaforo di tutta Europa. Nel 1930 Albert Einstein si presenta a Ifa dove tiene un discorso in cui parla (spoiler!) dell'avvento futuro di “piccoli schermi”. Tutto fa pensare a un mondo che corre veloce verso il futuro, invece dietro l'angolo c'è la distopia nazista. Ifa sopravvive a quella, alla guerra, al Muro e alla sua caduta. Anche alla pandemia del '20-'21. La fiera quest'anno apre accogliendo i visitatori che entrano dall'ingresso nobile, quello nord, con un ologramma di Einstein. Samsung lo ripresenta nel suo keynote, che in qualche modo avvia ogni anno la fase dedicata alla stampa della fiera, facendo dire al grande scienziato tedesco cose che in realtà non ha mai detto. E' un uso bonario del deep fake, uno stratagemma del marketing per portare il discorso sull'AI. 

Funk Otto di Helmut Lortz

L'intelligenza artificiale non è solo il cavallo di battaglia del brand coreano, ma il filo rosso di gran parte degli espositori quest'anno. Intanto, nella grande sala stampa e sui transfer che trasportano rivenditori e giornalisti tra la Messe, i ristoranti, i club del "dopolavoro" o il karaoke sulla Warschauerstrasse - siamo a Berlino, pare che oramai in Europa ci si diverta solo qui - ci si ripete che alla fine l'intelligenza artificiale c'è da anni, che non è neanche in fondo vera intelligenza artificiale e che probabilmente siamo già stanchi anche di questa novità come lo siamo stati del metaverso e degli Nft. Ma it's the economy, baby!, questa è una fiera e bisogna pur vendere, nonostante il vento di recessione (irreversibile) che si respira nel Vecchio Continente, con i tedeschi che per primi hanno smesso di fare grandi acquisti dopo la "botta" che è seguita alla guerra Ucraina vs Russia.

Ifa ha una grande storia alle spalle, una storia gloriosa. Ma anche qualche problema di identità. Del resto, chi non ce l'ha oggi? Per la fiera, si tratta forse di ristabilire le proprie priorità. Basta guardare in una delle tante mappe che si trovano a parete. Ogni anno la fiera si ridisegna dall'interno dei capannoni della Messe berlinese, un luogo con le sue icone (la torre radio) e tante amenità (vedi il grande, bellissimo sommergarten che ne occupa una gran bella fetta). 

Una raccolta di quelle mappe basterebbe a raccontare non solo com'è cambiata Ifa, ma come sta cambiando la tecnologia. Nuovi percorsi si definiscono, nuove categorie nascono, altrre si comprimono e talvolta spariscono. Fino a dieci anni fa, da queste parte gli smartphone la facevano da padrone, oggi sono quasi spariti (restano in pompa magna Honor, brand ex spin-off di Huawei, e Google, che qui in Germania va benissimo con i suoi smartphone Pixel). Un altro caso è quello dell'audio, un tempo sezione chiassosa, allegra e con tanti brand, oggi inverosimilmente annichilita. Altrir settori, come quello medicale e del benessere, stanno invece finalmente acquisendo il peso specifico di cui parliamo da tempo.

Intanto cresce sempre di più la presenza dell'elettrodomestico. Un po' per predisposizione locale (Siemens, Miele, Aeg che oggi è della svedese Electrolux), per storica presenza dei coreani (LG e Samsung) e per l'arrivo dei nuovi grandi brand cinesi, quelli enormi come Tcl e Hisense o più piccoli ma specializzatissimi come Dreame (aspirapolvere), che stanno ridefinendo il mercato. Se chiedete agli analisti, oggi Ifa è soprattutto loro. Il resto segue e player storici come Lenovo oramai preferiscono una presentazione in città alla presenza in fiera. Forse non la tecnologia più entusiasmante dei nostri tempi, l'elettrodomestico. Ma con ogni probabilità la più solida e quella su cui la maggior parte dei consumatori medi preferisce investire. Del resto stiamo parlando di case e Domus ne sa qualcosa. Da quasi cento anni: la storia della nostra rivista inizia neanche un lustro dopo quella di Ifa. 

Ma bando alle celebrazioni e alla nostalgia: nella gallery trovate una selezione di concept e di gadget che non sempre ci hanno convinto come progetti, ma che in ogni caso illuminano tendenze del prodotto tecnologico di oggi e di domani. Con una nota: tanti erano già presenti al Ces, la fiera di inizio d'anno di Las Vegas.

Chissà cosa penseremmo a riguardarla tra cento anni.

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