La prossima Expo si terrà dal 13 aprile al 13 ottobre 2025 sull’isola artificiale di Yumeshima, nella baia di Osaka, in Giappone. I padiglioni nazionali e privati saranno disseminati all’interno di un anello in legno di 60 000 metri quadrati, realizzato da Sou Fujimoto Architects. Il tema della costruzione in legno, di cui il Giappone è maestro, è stato particolarmente sentito, ripreso anche da diversi progettisti per dare forma al tema “Progettare la Società Futura per le Nostre Vite”, cappello dei tre sottotemi “Salvare Vite”, “Potenziare Vite” e “Connettere Vite”. Tra i padiglioni presentati finora, abbiamo selezionato quelli con caratteristiche più peculiari, che potete trovare in questa gallery.
Cinque padiglioni d’autore da non perdere a Expo Osaka 2025
Ispirazioni vernacolari e artigianali ma anche, ma anche sperimentazione strutturale ed estetica digitale, tra Norman Foster e Sanaa: una selezione tra le architetture annunciate per la prossima Expo.
Image courtesy of Foster + Partners.
Image courtesy of Lina Ghotmeh.
Image courtesy of SANAA.
Image courtesy of Shigeru Ban.
Image courtesy of Nikken Sekkei.
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- Lucia Brandoli
- 05 agosto 2024
Il padiglione dell’Arabia Saudita sarà progettato da Foster + Partners e si ispirerà all’architettura tradizionale araba. Volumi scultorei e poligonali saranno tagliati da stretti sentieri lastricati, riproponendo lo spaccato di un villaggio. Il cortile anteriore verrà ornato da piante e tutto il padiglione sarà arricchito da installazioni video realizzate in collaborazione con gli studi di design 59 Productions e Squint/Opera.
Il Padiglione del Regno del Bahrain sarà progettato dall’architetta franco-libanese Lina Ghotmeh e si concentrerà sulla storia marittima del paese, importante crocevia d'acque nella regione del Golfo. Il progetto si ispira alle tradizionali imbarcazioni dhow, e usa le antiche tecniche di costruzione navale del paese per mostrarne la storia e l’eredità artigianale. Inoltre instaura un dialogo con l’arte giapponese della lavorazione del legno.
Sanaa – insieme a Hiroaki Miyata, professore dell’Università Keio le cui ricerche sono focalizzate sul contributo della Data Science al miglioramento della società – ha progettato il padiglione esperienziale Better Co-being. Nella “Foresta della Tranquillità” il progetto sottolinea l’importanza di dar forma a un nuovo mondo che rispetti in egual misura tutte le forme di vita. Il padiglione non ha né pareti né tetto, ma appare come una foresta astratta che si fonde all’immagine di una rete di dati, come simbolo della sovrapposizione fra vita organica e artificiale.
Shigeru Ban ha progettato il Blue Ocean Dome Pavilion per l’organizzazione no-profit Zero Emissions Research and Initiatives (ZERI). Il padiglione è composto da tre cupole, ciascuna realizzata con un materiale diverso: i tubi di carta già testati da Ban nei suoi rifugi per gli sfollati, un sistema in bambù laminato e uno in plastica rinforzata con fibra di carbonio, per evitare l’uso di pali in cemento, che si sarebbero resi necessari a causa della fragilità del terreno bonificato, capace anche di ridurre i tempi di costruzione. L'architetto afferma di aver sfruttato questa occasione progettuale per esplorare sistemi costruttivi efficaci per l’edilizia del futuro. L'interno invece ospiterà una mostra sull’importanza dell’oceano e della sua salute, per sensibilizzare contro l’inquinamento umano.
Il padiglione del Giappone, progettato da Nikkei Sekkei, presenta una forma circolare realizzata con doghe riutilizzabili di legno lamellare incrociato. Secondo lo studio, il design mira a rappresentare il ciclo della vita ed esplora il concetto estetico giapponese di circolazione. Oki Sato, fondatore di Nendo, è il general producer del progetto.