Le ultime estati di un millennio. Difficilmente avresti pensato che erano davvero la fine di un’epoca. Gli anni Novanta sono stati la coda critica degli Ottanta, quelli di una sofferenza intelligente che trovavi sotto la pelle dell’edonismo e dell’esagerazione del decennio precedente. Gli anni in cui l’underground è diventato mainstream (vedi il grunge), in cui l’elettronica consolida una presenza nelle nostre vite (anche nella musica), gli anni della Guerra del Golfo (la prima), dei primi scricchiolii della new economy. Della morte tragica di Lady Diana e dell'assassinio di Gianni Versace. Per l’Italia sono le estati dei mondiali di Baggio, in patria e poi negli Usa soprattutto, delle stragi di Capaci e di via d’Amelio, delle lunghe cronache di Mani Pulite che sembrava non fermarsi mai, dell’Avvocato che si tuffa dalla barca e Berlusconi che si è tuffato in politica.
Estate italiana: un mito anni ’90, in quindici “cose” che la raccontano
Non c’erano gli smartphone né le auto elettriche, e si fumava davvero dentro ai bar: un amarcord attraverso le cose e gli eventi che hanno definito lo stile di vita estivo italiano.
Foto Francesco Satta da Flickr
Courtesy Videomusic
Foto Nathan Rupert da Flickr
Foto Svitlana da AdobeStock
Courtesy Armani
Courtesy Travelblog
Foto da Flickr
Courtesy Nokia
Foto joerghartmannphoto da AdobeStock
Courtesy Interrail
Courtesy Festivalbar
Foto da Unsplash
Courtesy Bilboa
Foto The image Engine da AdobeStock
Foto awildtonic da Pinterest
View Article details
- La redazione di Domus
- 25 luglio 2024
Sono estati di un Occidente che crede nella crescita infinita, in cui se vuoi puoi farti rintracciare grazie ai cellulari che sono diventati una cosa che hanno tutti, anche i ragazzi; ma se lo tieni spento non è poi così strano. Nessuno parla ancora di “disconnessione”. Il lavoro te lo sei lasciato a casa in città, la coda al casello è sempre quella.
Un’estate barbarica come quella del 2001, segnata dalle violenze del G8 di Genova prima e dalla caduta delle Torri di New York poi, è dietro l’angolo. Il mondo non sarà più un posto così facile, ma nessuno lo può immaginare. Come nessuno può immaginare che sempre nel 2001 l’iPod aprirà di fatto le porte al mondo del nuovo millennio, quello in cui a breve ci sarà più di te dentro al tuo dispositivo che in te stesso. Ma c’è ancora tempo, le auto elettriche restano un sogno della fantascienza e i voli low cost sono una grande novità, il biglietto te lo stampi e forse il posto non è neanche assegnato.
Soprattutto, l’unico modo per socializzare è uscire di casa. La casa è un’oasi di pace. La tv ha ancora un ruolo fondamentale. Ci sono degli orribili show, delle serie che non hanno niente a che vedere con quelle che guardiamo ora e ti segni in agenda (di carta) quando c’è un bel film la sera. Di notte fonda ci sono le repliche di X-Files e Star Trek e sulle emittenti private programmini hard e televendite. Netflix non c'è ancora e probabilmente in tv non c'è nulla di buono, quindi hai fatto una valigia solo di libri e leggi tantissimo. Se torni a casa la sera tardi puzzi di fumo, perché nei bar e nei locali si fuma ancora dentro.
Le fotografie sono su pellicola, i genitori organizzano sessioni di diapo delle vacanze che estenuavano i loro amici. Tu più banalmente mandi una cartolina, magari un po’ osé, così metti in imbarazzo gli amici. In motorino si gira con il casco e in macchina con la cintura allacciata, ma è una cosa nuova, un po’ come gli skate e i roller che vedi scorrere in città. Uscito vivo dagli anni Ottanta, non vivevi nel costante confronto delle vite similperfette che fronteggiamo ogni giorno su Instagram. E sembrava che tutto potesse andare solo meglio.
Immagine di apertura: Nanni Moretti, Caro Diario, 1993