L’Esa ha creato la sua versione dei mattoncini Lego: è una stampa 3D – realizzata in collaborazione con la società di costruzioni Icon – formata dalla polvere di un meteorite vecchio 4,5 miliardi di anni (quasi quanto il Sistema Solare) scoperto nel 2000 nell’Africa Nord-Occidentale. Lo sviluppo di questi “space bricks” fa parte del programma internazionale Artemis, che ha l’obiettivo dal 2017 di riportare gli astronauti sulla Luna (alla fine del 2026), e di costruirci una base. Ma dato che trasportare materiali da costruzione dalla Terra alla Luna è troppo costoso e dispendioso in termini di tempo, si punta a usare per realizzare le strutture regolite lunare, il materiale sciolto che ricopre la superficie del satellite, in gran parte risultato degli impatti meteorici.
Poiché sulla Terra ce n’è solo una piccolissima quantità, sottoforma di campioni riportati durante le missioni Apollo, si è dovuto usare il sostituto più simile possibile presente sulla terra. Per ottenere un materiale adatto alla stampa, sono stati macinati pezzi di meteorite e poi mescolati con una piccola quantità di acido polilattico – un tipo di bioplastica biodegradabile – e a un “simulante di regolite”, una miscela di minerali terrestri che somiglia alla composizione della superficie lunare. Ottenere la tipica forma dei mattoncini lego è diventato un test comune in questo tipo di progetti ha dichiarato l’Esa, anche se la precisione è difficile da ottenere su questa scala con la stampa 3D. Il sistema di costruzione è lo stesso dei lego. Un tipo di connessione a incastro che crea quella tipica forza di tenuta che rende i mattoncini così famosi per essere impossibili da separare – tanto che oggi viene fornito uno strumento apposta. La Lego esporrà nei suoi negozi 15 space bricks, per ispirare i bambini a costruire il loro “rifugio spaziale”.