Alla Tate Modern di Londra, il museo di arte moderna e contemporanea più visitato al mondo, Gucci ha presentato la sua collezione Cruise 2025. Arte, architettura e moda si uniscono nelle Tanks of the Tate, dove la maison avvia la sua partnership triennale con il museo.
A distanza di una settimana dalla presentazione della Cruise di Chanel alla Ville Radieuse di Le Corbusier, ancora una volta la moda incontra l’architettura, in una location del tutto anticonvenzionale per una sfilata, ma che manifesta nuovamente l’interesse sempre più diffuso verso quelli che un tempo erano spazi industriali. La Tate nasce dal recupero della ex centrale elettrica Bankside Power Station con un progetto di Herzog & de Meuron nel 2000, e un ulteriore ampliamento nel 2016 che prende forma a partire dai serbatoi utilizzati per immagazzinare il petrolio.
L’articolazione e l’estetica grezza di questi spazi si prestano bene al concept del direttore creativo, Sabato de Sarno, che per la sua prima collezione Cruise ha voluto lavorare sui contrasti, prendendo ispirazione dalla contraddittorietà e dalla eterogeneità che caratterizza Londra. “Il ritorno della Maison è motivato dal desiderio di immergerci nell’essenza inconfondibile, nella forza creativa della città, con la sua infinita capacità di mettere in relazione i contrasti e di farli dialogare, incoraggiando la co-esistenza. La Tate Modern è lo scenario perfetto per raccontare l’essenza della città, con la sua grandiosa Turbine Hall che accoglie e riunisce chiunque, e i suoi Tanks, veri e propri generatori di idee.”
E infatti il set-design della sfilata punta tutto sull’antitesi tra il cemento grigio, duro e la vegetazione “incolta” che delimita il percorso delle modelle, ricordando l’estetica della natura spontanea a contrasto con gli edifici brutalisti in rovina. La monumentale scala elicoidale in calcestruzzo è il punto di partenza della sfilata, in cui vediamo modelle con giacche oversize e ballerine, frange ricamate e jeans, oltre alla Gucci Blondie degli anni ’70 riproposta in una versione limitata.
Le contraddizioni sono ovunque, in linea con la comunicazione illuminata che compare sulla facciata principale del museo: “Tate modern – free and open to all”.