La World Photography Organization, Creo e Sony hanno annunciato a Londra i vincitori del 17° Sony World Photography Award, uno dei più importanti concorsi fotografici a livello mondiale.
Juliette Pavy è il Sony World Photographer of the Year. Ha conquistato la giuria dei Sony World Photography Awards con un forte racconto visivo sulla campagna contraccettiva forzata imposta alle donne groenlandesi dalla Danimarca negli anni Sessanta e Settanta.
Le altre opere evidenziate dalla selezione finale dei premi di categoria trattano tutte temi importanti della contemporaneità, come il rapporto tra uomo e ambiente e diverse declinazioni del concetto di diversità.
In Sala Mayor (Living Room), il vincitore della categoria Architettura e Design, Siobhán Doran (Irlanda) ha documentato le case delle famiglie che si sono arricchite con il commercio dello zucchero nelle Filippine attraverso una serie di immagini suggestive dei loro salotti sontuosi e post-coloniali.
La vincitrice della categoria Creativa, Sujata Setia (Regno Unito), ha utilizzato il suo progetto A Thousand Cuts per esaminare le storie di donne sopravvissute agli abusi domestici nella comunità sud-asiatica del Regno Unito. La fotografa ha utilizzato una serie di intricate incisioni sulla superficie delle fotografie, rivelando uno strato di carta rossa al di sotto per simboleggiare il dolore e la resilienza dei suoi soggetti.
Con “Sacrifice Zone”, una delle serie di maggior impatto visivo, il fotografo olandese Eddo Hartmann ha esplorato un'area remota del Kazakistan, sede dei principali impianti di sperimentazione nucleare dell'URSS. Vincitore della sezione Landscape, Hartmann ha utilizzato una fotocamera a infrarossi per trasformare in rosa e rosso il verde del paesaggio, evocando così la contaminazione da radiazioni invisibile all'occhio umano (foto di apertura).
Nella nostra galleria in alto abbiamo raccolto tutte le immagini di questi e altri vincitori della selezione professionale, insieme al vincitore della selezione Open. Ogni anno, il concorso SWPA invita infatti anche i fotografi amatoriali a inviare i loro scatti per partecipare alla categoria Open. Il vincitore assoluto del 2024 è stato Liam Man, con l'impressionante scatto "Moonrise Sprites over Storr”, realizzato con cinque droni.
Infine, il premio Outstanding Contribution to Photography di quest'anno è andato al fotografo brasiliano Sebastião Salgado, a celebrare una carriera straordinaria che abbraccia più di cinque decenni. "Sono onorato di questo premio e sono estremamente grato del riconoscimento“, ha dichiarato Salgado durante il suo discorso alla cerimonia. "Ai giovani fotografi di cui abbiamo ammirato il lavoro stasera dico: continuate così! Tra cinquant'anni sarete voi su questo palco a ritirare il premio che mi è stato assegnato stasera".
Le immagini di tutti i vincitori delle categorie professionali, insieme a scatti selezionati dei finalisti, al vincitore del Premio per la sostenibilità e a 40 fotografie selezionate di Sebastião Salgado, sono esposte alla Somerset House di Londra in una mostra che rimarrà aperta dal 19 aprile al 9 maggio.
Le foto che hanno vinto i Sony World Photography Awards 2024
La World Photography Organization ha annunciato i fotografi che si sono aggiudicati l’ambito premio. Juliette Pavy è fotografa dell’anno, a Salgado il premio alla carriera.
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- Andrea Nepori
- 19 aprile 2024
Juliette Pavy (Francia) con il progetto Spiralkampagnen ha analizzato l'impatto a lungo termine della campagna di controllo delle nascite condotta dalle autorità danesi in Groenlandia tra il 1966 e il 1975, durante la quale a migliaia di giovani donne groenlandesi sono stati impiantati dispositivi intrauterini senza il loro consenso, portando in molti casi alla loro sterilizzazione.
©Juliette Pavy
La fotografa irlandese Siobhán Doran ha documentato le case delle famiglie che si sono arricchite con il commercio dello zucchero nelle Filippine, attraverso una serie di ritratti dei loro salotti in stile coloniale.
©Siobhán Doran
©Sujata Setia
Con "A Thousand Cuts", la vincitrice della categoria creativa Sujata Setia esamina il dolore e la resilienza dei sopravvissuti agli abusi domestici della comunità sud-asiatica del Regno Unito, attraverso una serie di ritratti intricati con incisioni sulla superficie delle fotografie, che rivelano uno strato di carta rossa al di sotto.
©Sujata Setia
Con il progetto "The Sacrifice Zone", Zona Sacrificale, il fotografo olandese Eddo Hartmann ha esplorato un'area remota del Kazakistan, un tempo sede dei principali impianti di sperimentazione nucleare dell'Unione Sovietica, utilizzando gli infrarossi per evocare l'impatto della contaminazione da radiazioni invisibile all'occhio umano.
©Eddo Hartmann
©Eddo Hartmann
In "Father and Son", il fotografo bulgaro Valery Poshtarov ha chiesto a padri e figli incontrati in Bulgaria, Georgia, Turchia, Armenia, Serbia e Grecia di tenersi per mano. Questo piccolo ma importante atto di tenerezza familiare crea un ritratto intimo e commovente della mascolinità e delle relazioni paterne.
©Valery Poshtarov
©Valery Poshtarov
In Kald Sòl (Cold Sun) di Thomas Meurot, seguiamo una spedizione di surf nel freddo dell'Islanda, con il formato in bianco e nero utilizzato per enfatizzare le temperature gelide che persistono anche sotto il sole invernale.
©Thomas Meurot
©Thomas Meurot
In Portraits and Landscape, il fotografo argentino Jorge Mónaco invita lo spettatore ad addentrarsi nelle storie intime dei suoi soggetti, offrendo una prospettiva riflessiva sulla diversità umana. ©Jorge Mónaco
©Jorge Mónaco
La serie Flora di Federico Scarchilli mette in evidenza il ruolo vitale delle piante nella medicina, giustapponendo fotografie di specie chiave che sono state determinanti per lo sviluppo della medicina moderna, a file ordinate di pillole del medicinale da esse derivate.
©Federico Scarchilli
©Federico Scarchilli
L'opera "Suspended Worlds" di Eva Berler invita lo spettatore a guardare più da vicino il mondo delle ragnatele, dove il tempo e l'azione sono congelati, catturando le complessità artistiche e irregolari di queste creazioni effimere.
©Eva Berler
©Eva Berler
©Liam Man