“Nei miei 60 anni di professione, sono sempre stato convinto che la chiave per un futuro veramente sostenibile passi attraverso le nostre città, sia migliorando quelle esistenti sia creandone di nuove” scrive Norman Foster nell’editoriale di Domus 1087. Incentrato sul futuro dell’urbanizzazione, il numero apre con i saggi di due economisti: Edward L. Glaeser e Ian Goldin, rispettivamente docente ad Harvard e presidente del dipartimento di Economia dell’università americana, e professore di globalizzazione e sviluppo all'Università di Oxford. Glaeser e Goldin tracciano un profilo della città contemporanea, mostrando gli aspetti su cui lavorare per farla prosperare. I piani di ricostruzione di Londra dopo la Seconda guerra mondiale di Patrick Abercrombie sono oggetto di un’indagine storica. Il County of London Plan e il Greater London Plan si reggono su una visione ancora oggi attuale. Sono basati sulla prossimità dei residenti alle high street e sono, ancora oggi, sono una lezione per la progettazione urbana. Nella sezione dedicata all’architettura sono presentati lavori recenti MAD Architects, Turenscape, Osamu Morishita Architect & Associates e Sybarite. Questi complessi ed estesi interventi urbani sono raccontati dai critici locali Xiangning Li, Kazi Khaleed Ashraf, Shunsuke Kurakata e Guanghui Ding. In comune hanno strategie paesaggistiche, ecosistemiche e climatiche che si confrontano con contesti culturali e sociali differenti, indicando possibili direzioni future del progetto urbano.
Domus 1087 è in edicola
Il futuro dell’urbanizzazione è il tema del secondo numero di Domus curato da Norman Foster.
Testo Norman Foster
Testo Edward L. Glaeser
Testo Ian Goldin
Testo Norman Foster
Testo Xiangning Li
Testo Kazi Khaleed Ashraf
Testo Shunsuke Kurakata
Testo Guanghui Ding
Testo David Jenkins
Testo Marianna Guernieri
Testo Norman Foster
Testo Luca Galofaro
Testo Norman Foster
Testo Edward Burtynsky
Testo Elena Sommariva
Testo Silvana Annicchiarico
Testo Paola Carimati
Testo Giulia Ricci
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- La redazione di Domus
- 05 febbraio 2024
Nella sezione Design, Marianna Guernieri racconta le batterie portatili a stato solido disegnate da Fuseproject per Yoshino Technology. Lo studio di Yves Béhar, oltre a connotare l’oggetto quasi come una radio vintage, ha messo a punto anche interfaccia, brand identity e packaging definendo un nuovo canone per il settore dell’energia domestica. L’architetto, scrittore ed editore David Jenkins svela, invece, gli aspetti connotanti di quel particolare intervento urbano che è il Barbican Estate. Del complesso di Chamberlin, Powell and Bon racconta il modo in cui è stato frequentato nel corso dei 40 anni della sua vita, come gli spazi sono stati vissuti e come sono stati modificati, rivelando quali sono i punti che nella sua storia non hanno funzionato, oltre a quelli positivi che lo rendono interessante ancora oggi. Per Foster sull’arte, l’architetto britannico sceglie un dipinto del 1939: Incuneandosi nell’abitato (In tuffo sulla città) di Tullio Crali. Associa tre temi cari a Foster – il volo, la velocità e la città. In Book reviews, Luca Galofaro recensisce tre libri – di Jeff SpeckIan Goldin; Tom Lee-Devlin; e Ben Wilson – che raccontano diversi modi di mettere assieme due esigenze apparentemente antitetiche nei contesti urbani: la densità e la biodiversità. In Postscript, Foster esorta a pensare in grande di fronte alle avversità: le città, storicamente, sono spesso riemerse più forti da eventi bellici o naturali disastrosi. In questo richiamo, l’architetto britannico si fa aiutare dalle parole di Daniel Burnham, che assieme a Edward H. Bennett concepì il piano regolatore di Chicago (1909) dopo il Gande Incendio del 1871.
A chiudere il numero sono l’intervista a Tim Stonor sulla sintassi spaziale: una disciplina che permette di comprendere il comportamento umano nello spazio e che è uno strumento per realizzare città funzionali e prospere.
La Cover Story racconta la storia che si cela dietro la foto copertina del canadese Edward Burtynsky. Questa seconda copertina della direzione Foster è un dettaglio dello scatto Salt River Pima-Maricopa Indian Reservation, Scottsdale, Arizona, USA, 2011 che mostra la netta divisione spaziale fra una riserva indiana e un’area suburbana della cittadina di Scottsdale: una delle aree più aride al mondo, in cui una buona gestione delle risorse idriche è essenziale.
Nella sezione Diario, Javier Arpa racconta in Emerging territories la città sudafricana di Johannesburg; Silvana Annichiarico scrive del design di Maximilian Marchesani; e Paola Carimati si sofferma sulle realtà milanesi di Supermartini, nate per essere alternative al modello dominante dell’hub culturale tradizionale.
Fra i progetti, Elena Sommariva presenta il grattacielo che MVRDV ha ristrutturato con colori forti a Shenzhen, Giulia Ricci un ampliamento di uno spazio di lavoro di Juan Alberto Andrade a Guayaquil, in Ecuador. In Punti di vista, Giulia Ricci coinvolge Sophie Boone, dello studio belga Rotor, e Arno Brandlhuber, cofondatore di bplus.xyz a Berlino, in una conversazione sulle pratiche ritrovate di manutenzione e riuso come strumenti per opporsi alla demolizione speculativa.
Nell’editoriale di Domus 1087 il guest editor spiega come la “città compatta” possa essere una strategia convincente nella pianificazione urbana del futuro.
La fortuna dei centri urbani dipende oggi sempre più dalla capacità di attuare politiche in grado di attirare talenti globali e rendere la vita piacevole e stimolante.
Le battaglie contro le disuguaglianze, le divisioni sociali, le pandemie e i cambiamenti climatici avvengono nelle metropoli. Qui si giocherà il nostro futuro
Il radicale piano di ricostruzione della capitale britannica dopo la Seconda guerra mondiale è permeato da una visione ancora utile per affrontare le attuali crisi ambientali e belliche.
Lo studio cinese reinventa una tipologia di edilizia sociale realizzando un complesso dove il basamento opera come elemento di connessione con la città attraverso verde e servizi.
Il sistema idrico modulato ideato da Kongjian Yu offre una risposta alle pressanti sfide del cambiamento climatico.
Una struttura pubblica flessibile, concepita per ospitare le mutevoli esigenze dell’uomo e della natura. La copertura reinterpreta senza nostalgie l’architettura lignea della tradizione giapponese .
Assieme polo dei trasporti, centro commerciale e parco, il progetto è una stratificazione di esperienze spaziali pensate per rivitalizzare l’area urbana.
Sebbene non sia il modello perfetto di città futura, il pionieristico complesso nella City di Londra, oggi molto popolare, ha ancora qualcosa da insegnare.
Plasmate dal lavoro di Fuseproject su design, interfaccia, brand identity e packaging, le batterie a stato solido dell’azienda californiana definiscono un nuovo canone per il settore dell’energia domestica.
Il capolavoro futurista, con la sua prospettiva aerea capace di dare le vertigini, celebra tre temi cari a Norman Foster: il volo, la velocità e la città.
Nel tempo, le società occidentali hanno privilegiato un’economia del nuovo dimenticando pratiche come manutenzione e riuso. Oggi stanno tornando alla ribalta con forza. Ne abbiamo parlato con Sophie Boone di Rotor e con Arno Brandlhuber di bplus.xyz.