Ai vs AI: Ai Weiwei si confronta con l’AI in una mostra

L’artista cinese si ispira agli interrogatori subiti durante la reclusione in Cina, così come alle domande rivolte alla divinità dal più antico poeta cinese.

Dall’11 gennaio Ai Weiwei sta ponendo all’intelligenza artificiale una domanda al giorno per il suo ultimo progetto: Ai vs AI. Il progetto, della durata di 81 giorni, terminerà il 31 marzo, ed è il primo esperimento dell’artista con l’intelligenza artificiale.

La durata riprende il confinamento di Ai Weiwei in un carcere cinese nel 2011. Durante la reclusione l’artista è stato sottoposto a un’interrogatorio continuo da parte del Partito Comunista Cinese. Da questa esperienza, spiega l'artista, emergeva in particolar modo la sproporzione totale del diritto di fare domande e ricevere risposte, la stessa, paradossalmente, che si instaura tra l’essere umano – che chiede, chiede, chiede – e la divinità – silenziosa.

Non a caso il progetto trae ispirazione da Tiānwèn (天問, “Domande al cielo”), un’antichissima poesia contenuta nella raccolta dei Canti di Chu (risalente a circa 2000 anni fa) composta da 172 domande agli, che la leggenda vuole che Qu Yuan, primo poeta cinese di cui si conosca il nome, abbia scritto dopo aver contemplato varie scene rappresentate sulle pareti del tempio ancestrale di Chu sulle stesse parenti del tempio.

Ogni giorno l’artista pone una domanda rivolta sia all’intelligenza artificiale sia al pubblico, che viene presentata ogni sera alle 20:24 ora locale a Piccadilly Circus, a Londra. Le domande del progetto di Ai Weiwei vanno dalla filosofia, alla politica, passando per la scienza e altri campi, a volte anche con toni seri, altri ironici o assurdi. Inoltre, le domande, apparentemente senza risposta, vengono trasmesse quotidianamente dalla piattaforma artistica e culturale Circa, illuminando oltre a Londra anche altri spot in tutto il mondo, tra cui Seoul, Berlino e Milano.

Le risposte di Ai Weiwei, così come quelle dell’IA, sono poi presentate sul sito e i canali social di Circa. “Non si tratta di libertà di parola,” ha dichiarato Ai Weiwei, “Si tratta della libertà di porre domande. Ognuno ha il diritto di fare domande”.

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