Il numero di aprile di Domus si concentra sulla sintesi delle arti attraverso il pensiero sticastico. Holl, nel suo Editoriale, spiega come l’astrazione sia un elemento creativo fondamentale nel processo progettuale. “Il comportamento stocastico è antideterministico. Ci rende finalmente liberi dalle teorie dogmatiche del razionalismo, del postmodernismo, della decostruzione e del parametrismo. Diventiamo curiosi, ricerchiamo un punto di partenza. Immaginiamo un’idea che guidi il progetto”
Partendo dalla sezione dedicata al Pensiero stocastico, Yehuda Emmanuel Safran ragiona sulla leggera linea di distinzione tra oscillazioni e casualità. Le leggi della probabilità sono sempre al lavoro nel mondo dell’arte e dell’architettura, con l’incertezza che caratterizza ogni arte o scienza. Continua Steven Holl descrivendo l’opera di Vincent Fecteau. Come avviene per le manifestazioni fisiche del pensiero stocastico, l’artista statunitense dà forma all’intuizione per creare le sue sculture, architetture su piccola scala di ombra e luce. A seguire Thom Mayne scrive sulla complessità, differenziazione e reciprocità di elementi eterogenei e ambigui sono al centro dell’attività di Morphosis, base di un processo creativo che vuole tradurre la cacofonia dell’esperienza umana. Alessandro Benetti racconta la Villa Mâche disegnata da Iannis Xenakis, dove con un doppio registro di familiarità e straniamento, l’architettura è l’emblema delle ibridazioni tra i linguaggi delle diverse discipline dell’architetto-ingegnere-musicista. A chiudere la sezione, per José Aragüez la teoria del caos è il campo di studi fondamentale per definire la sfera della mediazione dei linguaggi in modo da integrarla nelle recenti filosofie dell’ordine.
Continuando con il tema Confini sfumati, Holl intervista gli architetti Höweler + Yoon coinvolti nella progettazione del Moongate Bridge a Shanghai. Ispirato al giardino cinese tradizionale, il ponte incarna la propensione dello studio alla creazione di relazioni fra discipline diverse. Alberto Campo Baeza ribadisce, illustrando con i suoi disegni, la centralità della luce nella definizione degli spazi. Lebbeus Woods ci parla dell’opera di Lauretta Vinciarelli, la quale attraverso le tecniche pittoriche rivela una simmetria fra la vita e l’opera dell’artista e architetta: non si può modificare, ma solo proseguire. Nifemi Marcus-Bello dialoga con il Guest Editor del continuo scambio tra design e architettura.
Con uno scritto del 2013, ricordiamo Zaha Hadid, la quale rifletteva sulla proiezione assonometrica, strumento di progetto fondamentale per guardare l’edificio in molti modi. A seguire Bryan Cantley racconta il disegno come strumento speculativo, mentre per Perry Kulper rappresenta invece un aspetto cruciale dello sviluppo immaginativo dello spazio. Stan Allen scrive delle architetture di John Hejduk. I volumi pittorici dell’architetto americano ospitano le funzioni dell’abitazione, ma fungono anche da soglia: membrana tra passato e futuro, tra corpo e mente.
Per la sezione Intrecci, Eric Owen Moss discute con Steven Holl dell’ultimo degli interventi dello studio a Hayden Tract, nella parte ovest di Los Angeles: una torre che esprime la sua logica attraverso la struttura. Fulvio Irace scrive dell’iconica architettura di Giovanni Michelucci. La composizione organica della chiesa, che commemora le vittime dei lavori dell’A1, è metaforica della necessità di preservare un senso di solidarietà di fronte all’arrivo della modernità. A seguire il lavoro della coreografa americana Jessica Lang, che ha per materia il corpo e la scenografia, celebra l’intreccio delle arti attraverso l’esplorazione spaziale. A chiudere la sezione Steven Holl e Eric Keune scrivono del Cesar Chavez Student Center progettato da Paffard Keatinge-Clay. Il centro, situato nel cuore del campus universitario, è una composizione radicale e dinamica che testimonia il potere dell’arte architettonica.
In chiusura il Guest Editor racconta la copertina del numero, con un disegno ispirato a György Ligeti, un compositore moderno seminale e influente.
Il Diario di questo mese, con le consuete pagine dedicate all’attualità, è aperto dalla sezione Viaggo in Italia, dove il Direttore Editoriale Walter Mariotti racconta un’altra tappa del viaggio lungo la penisola che durerà tutto l’anno. Questa volta ci fermiamo a Pompei. Consumo del territorio, iperdensità demografica e deindustrializzazione toccano vertici europei, opposti al valore storico e archeologico di questi luoghi. A seguire Giulia Ricci visita l’Uzbekistan, paese che si sta trasformando grazie a una volontà politica che pone la cultura come tramite verso la scena internazionale. Cecilia Fabiani racconta l’avventura di Secco Sistemi. Gli oltre 70 anni di attività, le scelte e il percorso dell’azienda, raccontati da Antonio Poletto, direttore generale di Secco Sistemi. Infine questo mese dedichiamo le pagine finali alla Milano Design Week 2023. A pochi giorni dalla sua inaugurazione, che dal 16 al 23 aprile animerà la Fiera e il Fuorisalone, anticipiamo 30 progetti (+ 1): un percorso virtuale in attesa di sperimentare dal vivo le centinaia di eventi che trasformeranno la città. Maria Porro, presidente del Salone, racconta invece quali novità ci aspettano in Fiera.