Google NotebookLM, come funziona il blocco appunti potenziato dalla AI

L’intelligenza artificiale al servizio dei nostri appunti: la piattaforma sintetizza, ricerca, ordina e fa tanto altro in automatico. L’abbiamo provato per capirne potenzialità e limiti.

Dopo un esordio particolarmente appariscente, avvenuto ormai quasi due anni fa con ChatGpt, l’intelligenza artificiale generativa sta gradualmente, e quasi silenziosamente, venendo integrata in software di ogni tipo. I sistemi generativi – in grado cioè di produrre testi, video, musica e immagini rispondendo a un nostro comando in linguaggio naturale – sono infatti già impiegati nei motori di ricerca, nei chatbot dell’assistenza clienti, nei software di editing e montaggio e in una marea di altre applicazioni.

Passo dopo passo, si sta insomma comprendendo sempre meglio quale sarà il loro futuro: non tanto (o non solo) un’entità di uso generale come ChatGpt, ma degli strumenti in grado di arricchire e potenziare tutti i software che già oggi impieghiamo ogni singolo giorno. L’ultimo esempio di questa tendenza è rappresentato da NotebookLM di Google: un software (ancora in fase sperimentale) che ci aiuta a organizzare i nostri appunti, cercare nuovo materiale, interagire con i contenuti che abbiamo trovato, riassumerli, approfondirli e parecchio altro ancora.

Google NotebookLM. Courtesy Google

In poche parole, si tratta di uno software che ci assiste durante le fasi di ricerca, quando siamo alle prese con la gestione degli appunti, l’analisi delle informazioni e l’approfondimento di alcuni aspetti. Come funziona allora NotebookLM? Per utilizzarlo è sufficiente accedere ad un link e, dopo aver dato un’occhiata ai vari esempi illustrativi presenti, iniziare a caricare i documenti che vogliamo utilizzare.

Ho utilizzato per la prima volta NotebookLM dopo aver assistito a una conferenza in cui sono stati mostrati alcuni progetti abitativi per la Luna. Ho quindi aperto dalla homepage di NotebookLM un nuovo blocco note e l’ho chiamato “Vivere sulla Luna”. Una volta creato il progetto, è possibile caricare al suo interno le singole “origini” (forse sarebbe meglio chiamarle fonti), ovvero il materiale che avete fino a questo momento raccolto.

Google NotebookLM. Courtesy Google

Si può incollare un testo che avete già, caricare un pdf o un documento di Google Drive (slide comprese) e anche inserire una url che verrà poi analizzata dal sistema. La parte più interessante comincia adesso: nonostante abbia incollato, senza nemmeno rileggerli, i caotici appunti che avevo preso su smartphone, NotebookLM è stato comunque in grado di creare un riepilogo in cui ha sintetizzato in maniera abbastanza precisa gli argomenti trattati, creando anche un elenco dei temi principali, a loro volta cliccabili per approfondire ulteriormente.

Permette di organizzare facilmente le informazioni che avete reperito, estrarne alcuni passaggi, creare schemi che vi aiutano a tenere traccia del punto a cui siete arrivati e cosa ancora vi manca.

Nella chat che compare sulla destra si apre invece una finestra di dialogo, in cui è possibile fare domande a NotebookLM. Attenzione, a differenza di ChatGpt, e altri sistemi simili, le risposte del software di Google si basano soltanto sul materiale da voi fornito. Per esempio, sulla base dei miei appunti ho chiesto al sistema di creare un elenco di tre questioni cruciali nella progettazione di abitazioni lunari, lavoro che ha svolto al meglio (protezione dalla radiazioni, diverse filosofie progettuali, inutilità della cupola di vetro che viene mostrata in molti progetti fantascientifici).

Google NotebookLM. Courtesy Google

Ogni volta che create un nuovo schema, che ricevete un approfondimento o chiedete di estrarre e analizzare qualche particolare paragrafo, potete salvare una nuova nota che entra a far parte del progetto. A questo punto, avrete sulla sinistra l’elenco delle origini utilizzate, nella parte centrale l’elenco delle note che avete generato e in basso la chat, che vi permette di continuare a crearne di nuove.

Per continuare ad approfondire, ho poi caricato un paper di Nature sulla psicologia umana nello spazio e un vecchio articolo che avevo scritto sui progetti per la colonizzazione di Marte (quando ancora davamo retta alle promesse di Elon Musk). In questo modo, ho potuto creare una sorta di percorso in cui si parte dalle missioni spaziali in programma nei prossimi anni, per poi analizzare i rischi psicologici e fisici dei lunghi viaggi verso altri pianeti, le sfide principali ancora da superare (per esempio, le radiazioni), le possibili soluzioni e infine i più convincenti progetti abitativi. Niente male.

Tutto questo non significa che NotebookLM sia in grado di scrivervi un articolo, una tesi, una ricerca, un saggio o qualunque altra cosa solo caricando delle fonti e poi lasciando fare il lavoro al programma. Permette però di organizzare facilmente le informazioni che avete reperito, estrarne alcuni passaggi, creare schemi che vi aiutano a tenere traccia del punto a cui siete arrivati e cosa ancora vi manca.

Google NotebookLM. Courtesy Google

Ci sono anche alcuni punti deboli. Nonostante parecchie recensioni ne sottolineino l’intuitività, è paradossalmente un po’ troppo disordinato: le varie note vengono create senza un collegamento diretto alle fonti da cui sono state originate, ma compaiono tutte in fila nella parte centrale della pagina, rendendo un po’ caotica la loro lettura e difficile organizzarle in modo da recuperare al volo ciò che ci serve. Le fonti invece quasi scompaiono sulla sinistra e non sono comodissime da consultare, mentre dovrebbero restare un elemento centrale, di cui le note sono un arricchimento (almeno, questa è la mia impressione dopo aver smanettato per qualche ora con l’inevitabile senso di smarrimento della prima volta).

Si tratta di uno software che ci assiste durante le fasi di ricerca, quando siamo alle prese con la gestione degli appunti, l’analisi delle informazioni e l’approfondimento di alcuni aspetti.

C’è poi la questione che torna sempre quando si parla di sistemi di intelligenza artificiale generativa: ovvero gli errori e le informazioni sbagliate fornite. Anche in questo caso, Notebook ha sbagliato a individuare nei miei appunti lo spessore necessario affinché la regolite (un materiale che ricopre Marte o la Luna e può essere utilizzata ricoprire gli edifici) protegga dalle radiazioni e a riassumere le caratteristiche di un sistema abitativo modulare che era stato presentato durante la conferenza.

Google NotebookLM. Courtesy Google

Un ulteriore problema è che, poiché NotebookLM utilizza e aggrega le informazioni che noi le abbiamo fornito, da un precedente errore potrebbe crearne altri, complicando ulteriormente la verifica della correttezza del suo lavoro (soprattutto se stiamo utilizzando tante fonti).

Anche in questo caso si ripropone insomma la questione centrale: come posso usare in ambito informativo o accademico degli strumenti di cui non posso fidarmi del tutto? Se devo verificare ogni singola informazione che generano, non faccio prima a svolgere il lavoro da solo? E quali sono le conseguenze nel momento in cui, inevitabilmente, qualcuno decide di affidarsi ciecamente a sistemi che hanno una forte propensione all’errore?

Per il momento, NotebookLM è ancora un sistema sperimentale, con qualche difetto, un po’ macchinoso e che deve ancora risolvere gli annosi problemi dell’intelligenza artificiale generativa. Nonostante tutto ciò, l’intuizione di Google è notevole: quando (e se) i vari limiti saranno superati, NotebookLM (magari integrato in Drive) potrebbe diventare uno di quei dispositivi software di cui, per certi scopi, diventa impossibile fare a meno.

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